
Milano, 10 settembre 2023 – “La Giò strappava a tutti il sorriso. Era sempre lì, a darti il consiglio giusto, anche nei momenti più bui. Si sognava già pasticcera: il dolce lo portava sempre lei". Così gli ex compagni di quinta F dell’alberghiero Frisi ricordano Giorgia Daluiso, la ventenne che ha perso la vita giovedì notte, all’incrocio tra via Satta e via Vittani. Sono stati loro ad avvisare i prof che la Giò non c’era più. La sua amica Francesca l’ha sentita al telefono alle 23.20, dieci minuti prima della tragedia:
"Non mi ha più risposto – racconta col pensiero che corre a quella notte maledetta –, poi ho ricevuto una chiamata da amici che ci avvisavano di un incidente avvenuto lì. Quando sono arrivata ho riconosciuto subito la macchina e ho sentito un vuoto, ho chiamato suo cugino che ha avvisato i genitori".
Uno strazio. "Guidava lei. Non avrebbe mai fatto guidare nessun altro – spiegano gli amici – Aveva la patente da due settimane, era molto responsabile. Aveva bevuto solo acqua quella sera e aveva la cintura di sicurezza. Non meritava questa fine. Aveva tutta la vita davanti e tanti progetti".
Per farsi forza, i compagni si aggrappano al suo sorriso e aprono la scatola dei ricordi: "La Giò era una persona fantastica, giocosa – racconta Riccardo –. Era sempre lì ad ascoltarti. Lei per me era come una mamma, riusciva a darmi consiglio per qualsiasi cosa, mi ha sostenuto nei momenti più tristi che ho avuto".
"Io l’ho vista giovedì – ripercorre le ultime ore condivise con lei l’amica Celeste –, abbiamo parlato come facevamo sempre, abbiamo mangiato un pezzo di pizza vicino a casa sua, alla Comasina, e abbiamo riso tanto quella sera".
Come per tutta l’estate, dopo la maturità: "Primo viaggio insieme, quante chiacchierate in riva al mare. Una persona come lei non si potrà mai dimenticare, mi ha lasciato un vuoto incolmabile". E troppi sogni infranti: aveva già inviato i suoi curriculum alle pasticcerie, stava progettando di iscriversi a un corso di specializzazione, dopo la maturità.
C’era la mamma ad ascoltarla al colloquio finale, i primi di luglio. "Giorgia era una brava ragazza. E non è retorica – sottolinea il professore Domenico Losquadro, che l’ha avuta a lezione negli ultimi due anni –. Disponibile, educata, faceva gruppo. Era lei che faceva da paciera, riusciva sempre a mettere una buona parola e a unire la classe. È stata rappresentante il terzo anno, aiutava anche nelle iniziative dedicate all’orientamento". Con l’amica Francesca si erano appena ripromesse di tornare al Frisi, a salutare i loro prof, una volta ricominciate le lezioni.
"Io e Giorgia ci siamo conosciute dopo una litigata e siamo diventate grandi amiche – ricorda ancora Francesca –, potevo sempre contare su di lei e confidarmi su tutto. Impossibile dimenticare la sua vocina. Era una mangiona, mi rubava sempre la merenda". Giorgia riesce a strapparle un altro sorriso tra le lacrime: "Mi scriveva sempre la mattina appena sveglia e la sera quando parcheggiava e andava a dormire, andavamo a ballare insieme, ci siamo diplomate insieme. Non mi dimenticherò mai di lei, mi ha segnato nel profondo del mio cuore".
"Giorgia, anima pura e buona: mi hai regalato cinque anni di pura felicità. Poche volte si incontrano persone così – il saluto di Sabrina –. Volevamo diventare pasticcere: quante lezioni di laboratorio a preparare dolci, quanti progetti. Giorgi, ti chiamavo così urlando, eri il nostro raggio di sole".
Intanto, proseguono le indagini sull’incidente: stando alle prime informazioni, a innescarlo sarebbe stata la mancata precedenza della Mitsubishi della ventenne alla Mercedes che arrivava da via Satta, ma gli accertamenti dei ghisa si stanno concentrando pure sulla velocità a cui stavano viaggiando i due veicoli al momento dell’impatto.