Cusano Milanino (Milano), 4 febbraio 2024 – Ci si accomoda nel salone centrale della villa e si prende “Un caffè con il sorriso”, accolti da due dei 40 ragazzi disabili che fanno attività con l'associazione Il Sorriso che ha sede a Villa Bigatti.
In quel salone una guest star al mese racconterà la sua esperienza, il suo sogno diventato realtà, ma soprattutto il suo progetto per migliorare la città. Giò Manzoni è stato il primo ospite ad aprire questa nuova rassegna, lanciata insieme all’associazione Cittàgiardino Cusanomilanino. Giò è un artista di origine boliviana, arrivato in Italia da bambino. I suoi disegni hanno oltrepassato i confini nazionali, ma il suo sogno è vedere gli edifici delle città prendere vita attraverso i colori e le decorazioni murarie. “Cusano è una città molto accogliente. E, in questo senso, ha risposto bene al mio entusiasmo per estendere l’arte alle pareti e ai palazzi”. Una passione che nasce dall’osservazione.
“Nel 2011 avevo uno studio a Porta Venezia, proprio davanti a Casa Galimberti, che per me rappresenta il liberty più bello di Milano,non solo per le figure femminili e maschili ma per il rivestimento di gran parte della facciata esterna con le piastrelle figurate in ceramica, i ferri battuti e i motivi floreali in cemento. Ogni giorno vedevo tante persone, scolaresche, turisti, che si fermavano per ammirare quello spettacolo. Ecco, nella mia mente mi sono immaginato tanti palazzi così, che fanno alzare gli occhi a chi passa anche di fretta la mattina per andare a lavoro”. C’è poi anche l’esempio contemporaneo ad aver ispirato Giò Manzoni. “Sant’Angelo era uno dei tanti borghi del centro Italia che rischiava l’oblio e lo spopolamento, soprattutto durante il Covid. La popolazione, in modo intraprendente, ha coinvolto gli artisti che hanno dipinto i muri delle case e da quel momento è rinato e diventato ‘Il paese delle fiabe’, richiamando turisti da ogni parte. Se riesce a salvare un paese di 120 residenti, l'arte è più di un foglio su cui disegnare”.
A Cusano Milanino ci sono già due proposte che portano la sua firma e una riguarda proprio Villa Bigatti. “Vorremmo cercare di dare a questa facciata una copertura con piastrelle che richiamino lo stile liberty, quindi figure femminili ma soprattutto motivi floreali. Un’azienda storica di Macerata, Grandinetti, ha donato delle bellissime cementine. Si tratta di una realtà che dal 1900 produce mosaici e ceramiche e che ha realizzato i pavimenti per l’Eataly di Farinetti a Toronto. L’idea è ricoprire la parete di questa villa che ha già una forte simbologia, valorizzarla ancora di più con un progetto che vada oltre al decoro”.
C’è poi un altro luogo, dove Manzoni insieme a Lidia Arduino, presidente dell’associazione Cittàgiardino e architetto di professione, vorrebbero sperimentare nuovi materiali per “trasferire” uno dei disegni di Giò. “C’è un muro molto spoglio di un palazzo che si affaccia sul parco Ippocastani. È un edificio degli anni Sessanta e sarebbe bello sperimentare un rivestimento ad hoc attraverso un’azienda che fa pellicole per esterni. Invece che col pennello potremo disegnare con altri mezzi innovativi grazie a un progetto specifico".
Giò Manzoni è nato nel 1979 a Cochabamba, “uno dei paesi più poveri della Bolivia. Mi trovarono sotto al Monumento della Coronilla dedicato alle madri eroine che lottarono per l’indipendenza. Mi portarono in orfanotrofio e dopo 8 mesi una famiglia di Bergamo fece un’adozione speciale. Mio padre adottivo insegnava ai bambini e ai ragazzi in affido a lavorare ferro e legno. A 11 anni mi prese i colori ad olio per dipingere insieme e, anche se non uso più quella tecnica, siamo cresciuti insieme con l'arte”. Giò ama il disegno: “quello italiano rinascimentale è la base per tutto”. Realizza anche opere murarie, opere di grandi dimensioni, tutte personalizzate. Lavora in Italia e all’estero per gallerie, aziende, privati e partner istituzionali. Ha esposto alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2011. Tra i suoi mecenati ci sono Berlucchi, Brazzale, Zucchi, Unicredit. A Cusano ha fatto il suo ingresso lo scorso autunno grazie alle “Giornate del contemporaneo”, sempre organizzate da Arduino. “Pensiamo che l’arte e la bellezza possano far rinascere le città – sottolinea la presidente -. Ogni mattina del primo sabato di ogni mese apriremo Villa Bigatti per incontrare una persona speciale. Il filo conduttore sarà come impostare la vita seguendo le proprie passioni e facendo quello che piace. Gli ospiti ci porteranno la loro vita e la realizzazione del loro sogno. In fondo, anche il Milanino nasce dall’idea di un visionario: un ferroviere che si innamora della cooperazione e della città giardino e riesce a comunicare e a concretizzare questo sogno. Gli ospiti non sempre abitano qui, ma in qualche modo sono venuti in contatto con la nostra realtà e ne sono stati attratti”.