
Gabriele Ferrari, 63 anni, storico messo comunale di Segrate
Segrate (Milano), 1 giugno 2025 – Con un misto di soddisfazione e nostalgia, il “Tom Ponzi“ di Segrate ha timbrato l’ultimo cartellino alle 13.30 di venerdì 30 maggio. È scattata la meritata pensione per Gabriele Ferrari, 63 anni, 43 dei quali trascorsi come dipendente del Comune. Una lunga militanza tra le fila della pubblica amministrazione - prima come manutentore, poi come messo - che lo ha portato a perlustrare ogni angolo della città, consegnando notifiche e documenti “anche chi non voleva farsi trovare”, ironizza il neo pensionato. Che ora si godrà qualche mese di pausa, ma a settembre sarà di nuovo operativo con alcune attività di volontariato.
Com’è iniziata la sua avventura in Comune?
“Avevo vent’anni, lavoravo come tornitore e fresatore nella ditta dov’era impiegato mio padre. Ero un po’ amareggiato perché dopo un lungo periodo di prova ancora non accennavano ad assumermi. Seppi di un concorso in Comune: cercavano operai per la pulizia delle strade. Superai la selezione e quello fu il mio primo incarico”.
Poi?
“Feci un altro concorso e passai alla manutenzione di semafori e cartellonistica. Successivamente un collega andò in pensione e presi il suo posto come messo comunale. In 43 anni ho visto avvicendarsi sindaci e politici. Ho visto la città cambiare, ma ho sempre svolto questo lavoro con dedizione”.
Che cosa la rende più orgoglioso?
“Aver portato il gonfalone del Comune nelle manifestazioni pubbliche. Ho macinato chilometri, a fianco delle autorità, per rappresentare la mia città negli eventi più importanti”.
Ci racconta qualche aneddoto?
“Una volta, durante una cerimonia in chiesa, ebbi un attimo di distrazione e persi il controllo del gonfalone, che rischiò di finire dritto sulla testa del sindaco di allora, Adriano Alessandrini. Solo per un soffio riuscii ad evitai il peggio. Un’altra volta, mi trovavo in cima ad una scala per la manutenzione di un semaforo. Arrivò un conducente con una guida un po’ allegra, urtò la scala e io dovetti aggrapparmi “al volo“ al semaforo, per non cadere. Ero bianco come un cencio per lo spavento. Quell’uomo si scusò e ci facemmo una bevuta insieme”.
E la sua attività di messo?
“Quando notifichi delle multe, c’è chi si agita. L’importante è mantenere la calma, spiegare le procedure. Di Segrate conosco ogni angolo, meglio di Google maps”.
Oggi ci sono le Pec, molte notifiche viaggiano con la tecnologia.
“Io preferisco la carta. E se vuoi davvero trovare qualcuno, devi andarci di persona. L’attività dei messi è importante anche per individuare fenomeni, come le false residenze. Anche per questo c’è chi mi chiama Tom Ponzi”.
Cosa farà adesso?
“Mi godrò un periodo di pausa al mio paese d’origine, San Marcello Pistoiese. Ma a settembre sarò di nuovo attivo a Segrate come volontario del Piedibus, per accompagnare i bambini a scuola. Nel piccolo, credo di poter essere ancora utile alla mia città”.
La sua città, già. Com’è cambiata Segrate negli anni?
“Meglio la Segrate di oggi che quella di ieri. Si è messo un freno all’edificazione, ci sono più verde e piste ciclabili. Nel tempo libero, amo andare in bicicletta con gli amici”.
Altre passioni?
“Sono un tifoso del Milan. L’altro giorno, durante la festa in Comune per il mio pensionamento, ho appeso uno striscione rossonero. I colleghi sono venuti a salutarmi, c’era anche il sindaco Paolo Micheli. E pure il vicesindaco interista Francesco Di Chio”.