Fuorisalone, all’Isola District la scoperta del design più etico e meno effimero

Alla Stecca 3 svelato il progetto del ‘Nieuwe Institute’ di Rotterdam: l’idea chiave è quella di creare nuove economie di scambio e modelli di consumo partecipati

Milano – Il design, spiegano gli esperti, è fatto di prodotto e di progetto. Isola design district, alla Stecca 3, espone un progetto di ricerca del “Nieuwe Instituut” di Rotterdam che testa nuove economie di valore, si chiama “New Store”. E non è il solo “antropologico“ di questa edizione del Salone e del Fuorisalone.  La tendenza contemporanea del design di essere sempre più “etico“, sempre meno “effimero“, di mettere un seme che germoglia in modo duraturo ce la racconta bene Fulvia Ramogida che cura la comunicazione per l’Italia del progetto olandese e di altri con lo stesso file rouge.

Fuorisalone, all’Isola District  la scoperta del design più etico e meno effimero
Fuorisalone, all’Isola District  la scoperta del design più etico e meno effimero

Possiamo definire questi progetti di design “antropologico“?

"Sì perché il progetto dei creativi di Rotterdam indaga i comportamenti umani e sperimenta come il design può essere di aiuto nel portare benefici alle persone o all’ambiente. Il design deve dare delle soluzioni che non siano frustranti, penalizzanti per l’uomo e nel contempo che possano salvaguardare l’ambiente".

Come funziona il «New Store»?

"È la seconda parte di un programma di ricerca pluriennale volto a capire come possiamo attivarci per creare delle nuove economie di scambio, dei nuovi modelli di consumo. In questa seconda tappa il New Store lavora sui capelli, che possono essere recuperati e trasformati in filati. Questa non è una speculazione, in Olanda esiste il Human Material Loop, che è una start up che si occupa del recupero e della rigenerazione dei capelli in filati. In questo modo la persona non soltanto riceve un servizio passivamente, ma sa di essere parte di un processo che non si esaurisce nel momento in cui fa il taglio di capelli, darà una materia, diventerà un cliente fornitore e contribuirà a creare un tessuto, un oggetto d’arte".

Quali sono gli altri progetti etici che troviamo in questa design week?

"Design Group Italia, per esempio, allo Scalo Farini, Spazio Lampo, presenta il progetto D-Heart: un elettrocardiografo portatile (già vincitore del compasso d’oro) che permette di fare analisi in qualsiasi momento, anche quando si è lontani da una struttura sanitaria. L’idea è nata da due ragazzi che hanno fondato una startup, uno dei quali aveva avuto un infarto in adolescenza ed è poi diventato un medico. Loro hanno avuto l’idea, ma poi doveva essere disegnata e ingegnerizzata".

Quale sarà il futuro dei Fuorisaloni, questo format è destinato a cambiare?

"La tendenza è puntare su progetti più duraturi o che migliorino la città. Si tende a creare dei programmi che coinvolgano l’anno solare, non solo la settimana del disegn, Isola si sta accreditando in questo senso, ci sono tanti laboratori, sperimentazioni. Si lavora di più sul distretto. Anche Drop City va in questa direzione e quindi è cambiata e cambierà la geografia, nel senso che il Fuorisalone di contenuto, a mio parere, avverrà sempre di più nelle zone dove c’è un humus che ti consente poi di lavorare tutto l’anno".

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