ANDREA GIANNI
Cronaca

Fratelli in mare per gli squali. Immersioni dal 2017, ora un film: "Salviamoli dallo sterminio"

Tuffi dal Mediterraneo agli oceani, la denuncia di orrori come lo “spinnamento“ e le reti fantasma "Li mangiamo senza saperlo, il 36% delle popolazioni sono a rischio di estinzione".

Tuffi dal Mediterraneo agli oceani, la denuncia di orrori come lo “spinnamento“ e le reti fantasma "Li mangiamo senza saperlo, il 36% delle popolazioni sono a rischio di estinzione".

Tuffi dal Mediterraneo agli oceani, la denuncia di orrori come lo “spinnamento“ e le reti fantasma "Li mangiamo senza saperlo, il 36% delle popolazioni sono a rischio di estinzione".

Due fratelli, che hanno "il mare nel sangue", nel 2017 hanno gettato le basi di un progetto che porta sotto i riflettori il dramma dello sterminio degli squali. Anni di immersioni e riprese nel Mediterraneo e nelle acque oceaniche, a contatto ravvicinato con una specie che rischia l’estinzione, sfociati nel documentario “Shark Preyed-Mangiamo carne di squalo senza saperlo“. Gli autori sono Andrea e Marco Spinelli: il primo biologo marino e ricercatore presso la Fondazione dell’Oceanografico di Valencia; il secondo documentarista, fotografo subacqueo e divulgatore, cresciuto professionalmente a Milano. Originari della Sicilia, hanno ereditato dal padre la passione per le immersioni e per la tutela dell’ambiente. "Abbiamo deciso di raccontare gli squali, animali demonizzati da media e film, le problematiche legate alla pesca e al commercio", spiega Marco Spinelli. Ogni anno, infatti, vengono uccisi più di 100 milioni di squali e razze, con alcune popolazioni declinate del 95%. Il 36% di queste popolazioni sono a rischio di estinzione, con gravi conseguenze su tutto l’ecosistema marino. Negli ultimi 50 anni il loro numero si è ridotto del 70%. Verdesca, palombo, smeriglio, spinarolo, mako o gattuccio: secondo la FAO, nel 2017 circa il 3% del consumo totale pro capite di prodotti di pesca e acquacoltura era composto da elasmobranchi (squali e razze); tra il 2009 e il 2021, l’Italia è risultata essere il terzo più grande importatore di prodotti di squalo a livello globale, con circa 98mila tonnellate importate. Sono squali, ma pochi lo sanno, prodotti venduti in pescherie e supermercati come il vitello di mare, o smeriglio. Un commercio legale, che però mette a rischio il loro futuro. "Esistono oltre 500 specie di squali e ognuna hai suoi protocolli – spiega Marco Spinelli –, sono specie che vanno protette perché sono fondamentali per l’equilibrio del sistema. Per contribuire alla conservazione degli squali e migliorare la salute degli oceani, è necessaria una migliore comprensione del loro ruolo e una conoscenza del loro oscuro e complesso commercio mondiale". Andrea e Marco Spinelli si sono tuffati in Italia e Spagna, hanno effettuato immersioni nei mari delle Maldive, delle Filippine e del Madagascar. Hanno nuotato, telecamera alla mano, con squali di grosse o piccole dimensioni. Il documentario disponibile su Amazon Prime è stato presentato in anteprima a Milano, in Santeria Toscana, durante una serata di proiezione organizzata da Face in partnership con Aquageo, IMilani e Y-40 The Deep Joy. Un viaggio che parte dalla cattura e arriva alla vendita, svelando il lato nascosto del commercio di carne, spesso venduta con nomi fuorvianti e consumata in modo inconsapevole. Pratiche come lo shark finning (lo spinnamento dello squalo, che spesso avviene mentre l’animale è ancora vivo), le catture accidentali, le reti da pesca abbandonate che si trasformano in trappole mortali. "Shark Preyed porta alla luce un’emergenza ambientale ignorata – spiegano Andrea e Marco Spinelli –. Non è solo un’inchiesta, ma un viaggio di consapevolezza per rivelare la verità sugli squali e sulla loro importanza per la salute degli oceani".