
Giovanni Bozzetti, presidente di Fondazione Fiera Milano in quota Fratelli d’Italia
Nel giorno in cui la Giunta regionale approvò la delibera che lo designava nuovo presidente di Fondazione Fiera, il governatore lombardo Attilio Fontana volle esprimere un augurio irrituale per la circostanza: che con Giovanni Bozzetti non si aprisse "una nuova era" in largo Domodossola ma, al contrario, si continuasse nel solco dell’era precedente, quella di Enrico Pazzali, che, a detta dello stesso governatore, aveva fatto registrare "risultati eccellenti". Parole, quelle di Fontana, proferite a inizio luglio, e indirizzate non tanto a Bozzetti ma a Fratelli d’Italia, che in quelle settimane aveva fatto il diavolo a quattro per accelerare il più possibile il cambio alla guida della Fondazione e rivendicato il diritto di aprire un nuovo corso nelle società regionali a fronte dei voti riscossi.
Non è un caso, allora, che Bozzetti, ieri, nel suo primo incontro con la stampa, abbia accuratamente evitato sia di presentarsi come "homo novus" sia di guardare troppo indietro e rimarcato, invece, l’importanza di coinvolgere tutti gli stakeholders in un "progetto comune", l’importanza del gioco di squadra dentro e fuori la Fondazione. "L’unica discontinuità è questa – scherza mostrando la cover del suo cellulare, griffata Milan –: sono milanistissimo, mentre chi mi ha preceduto era molto tifoso dell’Inter". Eccola l’unica occhiata rivolta al (recente) passato. Per il resto fa sapere di non essere attraversato dal pensiero di aver raccolto un’eredità pesante perché "non esistono mai eredità pesanti: ognuno deve tesorizzare quello che è stato fatto nel passato e guardare avanti". Non troppo avanti, però: "Non ho velleità di fare il sindaco di Milano, vedrete che non sarò io (il candidato ndr) – risponde quando gli si chiede delle indiscrezioni arrivate nei mesi scorsi dal fronte del centrodestra –. Io sono presidente di Fondazione Fiera Milano, appena nominato, e il mandato dura tre anni: penso solo a fare bene il presidente della Fondazione". Dopo la digressione calcistica, la metafora cestistica: la “sua“ Fondazione proverà ad essere il pivot non solo del sistema fieristico milanese ma anche di quello nazionale e, più in generale, del sistema Milano. Diverse le idee di Bozzetti in merito.
"Le fondazioni fieristiche devono imparare a parlarsi – dice –. Abbiamo l’obbligo di avviare questo dialogo, perché è assurdo che Milano sia in competizione con Parma, Bologna, Torino, Firenze e Napoli. Vanno attivate sinergie: Fondazione Fiera Milano può essere il pivot di questa nuova visione sistemica. Serve unitarietà di intenti nell’ambito dell’associazionismo, sedersi al tavolo per strategie comuni e ragionare in modo unitario". Un tavolo su tutti è quello per il Made in Italy, che mira a coinvolgere soggetti diversi per raggiungere un obiettivo in particolare: attirare sempre più buyers. E per centrare questo obiettivo Bozzetti ritiene utile e necessario, tra l’altro, istituire un "biglietto unico" che, a prezzi calmierati, consenta di avere in una sola soluzione sia il ticket d’ingresso ai padiglioni fieristici sia tutti i titoli di viaggio dei mezzi necessari per raggiungere gli stessi padiglioni: "Voglio discuterne con Atm, Trenord, MM, Fs, Italo ma anche con le compagnie aeree", annuncia il neopresidente di Fondazione Fiera. Altra strategia per attirare buyers e contrastare la contrazione dei mercati tradizionali dovuta ai dazi è "aprirsi a nuovi mercati", quello "arabo" e quello dell’"estremo Oriente". Del resto, la base di partenza è di livello: "Con 4,5 milioni di visitatori l’anno, quello di Milano è il settimo quartiere fieristico al mondo, il terzo in Europa. Un vero e proprio gioiello dell’Italia e dobbiamo lavorare, sempre in sinergia con gli stakeholder locali e nazionali, per migliorare ancora".
Quanto alle sfide più imminenti, "alla fine di questo mese valuteremo le offerte pervenute e chiuderemo così la gara per assegnare i lavori per la realizzazione del nuovo centro di produzione Rai. Per i cantieri ci vorrano altri 34 mesi". Già finiti, invece, i lavori in capo alla Fondazione per poter ospitare le gare di hockey e pattinaggio alle Olimpiadi Invernali del 2026: "Abbiamo consegnato gli spazi alla Fondazione Milano Cortina". Dopo l’Esposizione Universale del 2015 e i Giochi Invernali del 2026, Bozzetti si augura che Milano decida di candidarsi anche ad ospitare l’edizione estiva delle Olimpiadi "perché di evento in evento si rilancia la città", una città che nonostante tutto "resta the place to be". Ma non solo: "Il mio sogno – dice il neopresidente di Fondazione Fiera – è che possa esserci anche a Milano un torneo della Atp e, perché no, negli spazi di Fiera Milano". Sembrano obiettivi da (candidato) sindaco, questi, ma Bozzetti nega per l’ennesima volta di avere Palazzo Marino come orizzonte.