
La palazzina di via Bergamo a Cormano acquistata da Lombardia Film Commission
Milano, 19 luglio 2020 - Due ore scarse di interrogatorio davanti al gip Giulio Fanales nel carcere di San Vittore. E poi altre quattro ore con il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi. É stata una “maratona” quella affrontata Luca Sostegni che, assistito dal suo avvocato Daniela Pulito, ha tenuto a “approfondire” tutti i passaggi dell’intricata vicenda societaria che lo vede protagonista. Passaggi che hanno portato all’acquisto del capannone di Cormano da parte della Lombardia Film Commission al prezzo “gonfiato” di 800mila euro.
Sostegni "ha risposto a tutte le contestazioni" che gli sono state mosse dai magistrati, spiega il suo legale lasciando il carcere. Tra le righe dei verbali, anche qualche ammissione.
Il 62enne ha spiegato, ad esempio, che quei 50mila mila euro chiesti con insistenza ai commercialisti Michele Scilieri, che lo aveva coinvolto nell’affare, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, ex revisori contabili del Carroccio, erano in realtà un compenso per la sua attività. Nonostante non si un esperto di fallimenti, Scillieri aveva scelto proprio il 62enne come liquidatore della società Paloschi Srl, società che proprietaria dell’immobile ceduto per 400mila euro alla Immobiliare Andromeda e cinque mesi dopo venduto alla fondazione parteciparta di Regione Lombardia al doppio del prezzo.
Parte della “parcella” di Sostegni, almeno 20mila euro, sarebbe stata saldata. Difficile capire, però, perché per ottenere gli altri 30mila euro “pattuiti”, l’uomo abbia dovuto tempestare di telefonate i commercialisti di fiducia della Lega.
E perché minacciava di raccontare tutto ai giornalisti dell’Espresso e di Report, che già erano sulle tracce dell’affaire. Se i bonifici non fossero arrivati, infatti, Sostegni era pronto ad "innescare una serie di situazioni che non lo so dove si va a finire", spiegava al telefono con i professionisti a fine maggio, non sapendo di essere intercettato. Parole che hanno portato i pm Fusco e Civardi ad accusarlo di estorsione.
Il 62enne, che da due anni abita in Brasile, ha il passaporto carioca ed è stato fermato mentre stava per salire su un aereo diretto dall’altra pare dell’Oceano. Con sé aveva 5mila euro e aveva strappato la promessa di ricevere mille euro ogni venti giorni. Secondo la difesa, però, Sostegni non voleva fuggire ma solamente “tornare a casa”e per questo l’avvocato Pulito - in attesa di sapere se il gip convaliderà o meno il fermo - ha chiesto che possa lasciare il carcere. Non è escluso, però, che l’interrogatorio di oggi davanti ai pm Fusco e Civardi, per Sostegni sia “solo il primo round”.
Gli aspetti su cui fare luce sono ancora tanti. Le Fiamme Gialle indagano sulla rete di società gestite da Scillieri, che muoveva Sostegni come una “pedina”, e sui beneficiari finali degli 800mila euro usciti dalle casse della Lombardia Film Commission e su altre operazioni sospette. Da chiarire anche “il ruolo” di Francesco Barachetti, titolare della Barachetti service srl. Una ditta che, come emerge dalle indagini, "risulta essere controparte di numerose transazioni finanziarie con la Lega Nord". Ieri il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ha replicato: "Non sono preoccupato perché non conosco quel signore e la Lega non c’entra nulla".