Ferragni e pandori Balocco, arrivate le prime 250 segnalazioni al Codacons: “Noi traditi e truffati”

I consumatori preparano una class action per ottenere un risarcimento. Le testimonianze: “La nostra neonata era stata curata al Regina Margherita”, “Ci ha presi in giro”

Chiara Ferragni nel video pubblicato il 18 dicembre (a sinistra) e in una storia pubblicata il 10 gennaio (a destra)

Chiara Ferragni nel video pubblicato il 18 dicembre (a sinistra) e in una storia pubblicata il 10 gennaio (a destra)

“Abbiamo comprato quel pandoro perché la nostra neonata era ricoverata al Regina Margherita”. “Ci sentiamo traditi e truffati”. “Fare danaro sulla sorte dei meno fortunati è una cosa pessima”. “Ci ha presi in giro”. Queste sono alcune delle 250 testimonianze inviate al Codacons – associazione in difesa dei consumatori – da parte delle persone che nel 2022 avevano acquistato il pandoro Balocco targato Chiara Ferragni pensando di fare beneficenza e rimaste poi deluse e sconcertate dalla verità emersa nelle ultime settimane.

Non esisteva alcun legame tra le vendite di quei dolci e le donazioni all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino, come si poteva intendere dalla pubblicità ingannevole che è costata a Ferragni una multa di un milione di euro da parte dell’Autorità antitrust e a Balocco una sanzione di 420 mila euro. Tutti quei consumatori ora chiedono di essere risarciti e molti sono pronti a una class action, ovvero un’azione legale collettiva.

Il Codacons è pronta mettere le prime 250 segnalazioni a disposizione delle quattro le Procure della Repubblica che hanno aperto un’inchiesta sul caso (sono quelle di Milano, Cuneo, Prato e Trento). A Milano e a Cuneo, Chiara Ferragni e Alessandra Balocco sono indagate per truffa aggravata. Indagini a cui Ferragni ha replicato: “Sono serena, ho fiducia nei magistrati”.

Vittime del pandoro-gate

Alla pagina internet “anche tu vittima del pandoro-gate” del Codacons continuano ad arrivare centinaia di mail, che vengono quotidianamente scremate dall’associazione, individuando solo quelle più rilevanti e circostanziate. Su quella pagina, gli utenti possono segnalare gli acquisti effettuati e farsi assistere gratuitamente come parti offese nel procedimento per ottenere risarcimenti.

Spetterà agli inquirenti, poi, decidere di raccogliere eventuali denunce formali tra i consumatori. Nel capoluogo lombardo, le indagini sono coordinate dall’aggiunto Eugenio Fusco e condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza.

Danni per 1,6 milioni

Sulla base dei calcoli effettuati dal Codacons, i presunti danni economici per gli acquirenti ammonterebbero a un totale di oltre 1,6 milioni di euro. Il pandoro “Pink Christmas” – ricordiamolo – era venduto a un prezzo quasi tre volte superiore ai “normali” pandori Balocco: 9,37 euro quello targato Ferragni contro i 3,68 euro di quello base. 

La pubblicità ingannevole, secondo l’associazione dei consumatori, avrebbe fatto credere ai consumatori che questo incremento fosse equivalente al “valore della donazione in solidarietà” all’ospedale pediatrico.

Le mail dei “truffati”

“Noi abbiamo acquistato il pandoro proprio perché la nostra neonata era stata curata dal Regina Margherita e pertanto abbiamo scelto questo pandoro. Non abbiamo lo scontrino ma la foto del dolce”. È il testo di una delle segnalazioni arrivate al Codacons in queste ore. Ma ce ne sono centinaia.

“L’anno scorso – si legge in un'altra email – abbiamo acquistato un pandoro Balocco in collaborazione con Chiara Ferragni. Nonostante le nostre poche risorse economiche e il prezzo non irrisorio del pandoro, ci sembrava comunque una buona iniziativa per aiutare chi è meno fortunato di noi. Adesso ci sentiamo traditi e truffati, perché per noi è stata una spesa che abbiamo fatto con il cuore. Per questo motivo, sono qui a richiedere un rimborso”.

Un’altra consumatrice racconta di aver comprato “15 pandori (stupida) come regali di Natale a cugine ed amiche” e aggiunge: “Scherzare e fare danaro sulla sorte dei meno fortunati è una cosa pessima, credo che dovrebbero rimborsare oltre al costo del pandoro anche i danni morali”. E ancora: “Ho acquistato cinque pandoro Balocco/Ferragni (pagamento bancomat) direttamente nella bottega Balocco in Fossano (...) e mi sento presa in giro in quanto ho fatto questi acquisti sapendo che il ricavato andava per aiutare dei bambini”.

C'è anche chi scrive spiegando di non volere “rimborsi per le cifre pagate per l'acquisto del pandoro”, ma parlando di una operazione “disdicevole”. E chi fa presente di aver acquistato “un pandoro per mia figlia, per il colore rosa e perché molti anni fa ho lavorato come volontario clown in corsia a Genova con alcune persone che andavano a fare i clown al Regina Margherita (...) mi sembrava un gesto carino donare soldi per questa causa”.

Un altro consumatore racconta che nel “Natale 2022, ingannato dalla pubblicità della signora Ferragni, comprai per tutti gli amici e la mia famiglia circa 30 pandori, convinto che il differenziale tra prezzo standard e prezzo applicato andasse all'ospedale pediatrico”. E c'è chi dice di averli comprati “su insistenza di mia figlia perché li aveva visti su Instagram” e conclude: "Nonostante il prezzo cosi alto per un pandoro l'ho acquistato proprio perché c'era l'opportunità di fare qualcosa di buono ma a quanto pare non è servito a nulla”.