Milano, 30 novembre 2024 – Vittorio Feltri ne spara un’altra. Non si contano più le "provocazioni", se così vogliamo chiamarle, del giornalista e consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Lombardia, intervenuto alla trasmissione La Zanzara due giorni fa. Ospite dello spazio di Radio 24 con Giuseppe Cruciani, intervistato sul tema della morte di Ramy Elgaml e di tutto ciò che ne è conseguito, Feltri ha detto: “Non frequento le periferie, non mi piacciono. Sono caotiche, brutte e soprattutto piene di extracomunitari che non sopporto. Basta guardarli, vedi quello che combinano qui a Milano. come fai ad amarli? Gli sparerei in bocca. Non mi vergogno affatto di considerare i musulmani delle razze inferiori”.
E ancora: “Mi sono offerto di pagare l'avvocato al carabiniere che è stato indagato”. Sul fatto che Ramy avesse solo 19 anni, Feltri ha glissato: “Se uno decide di fare il delinquente, che abbia 19 anni o 27 è uguale”.
Com’era prevedibile, è scattata la polemica. “Vittorio Feltri ancora una volta ci insegna che, toccato il fondo della vergogna, si può sempre scavare. Dopo le frasi inqualificabili, che non dimentichiamo, sui ciclisti, ora ci tocca leggere frasi terribili e violente contro la comunità musulmana”. Così il segretario metropolitano del Pd Milano Alessandro Capelli. “Ci aspettiamo le immediate scuse e, una volta per tutte, le dimissioni di Feltri - continua il segretario dem -. E ci aspettiamo che tutti i dirigenti del centrodestra condannino le parole di Feltri. Milano è una città aperta al mondo e pacifica e, come non tollera l'antisemitismo, non tollera l'islamofobia e l'istigazione alla violenza. In questi giorni - conclude Capelli - abbiamo ascoltato parole alte, pronunciate nel momento del dolore più profondo, da parte del padre di Ramy Elgaml. Parole di grande responsabilità, da cui Feltri dovrebbe solo imparare. Ognuno può valutare quale Italia vuole. Il Partito Democratico milanese esprime vicinanza alla comunità araba e musulmana milanese volgarmente offesa da Vittorio Feltri”, conclude Capelli.
Da parte loro, i consiglieri regionali di Fratelli d'Italia Maira Cacucci e Matteo Forte hanno subito preso le distanze. "Feltri ha espresso affermazioni ritenute inaccettabili, che hanno suscitato sconcerto”, scrivono in una nota. E “condannano fermamente tali affermazioni, ribadendo i principi di rispetto reciproco e uguaglianza sanciti dalla Costituzione Italiana, nonché l'impegno di Fratelli d'Italia nel promuovere soluzioni concrete e responsabili per affrontare le sfide della sicurezza e dell'integrazione”. “È finito il tempo della difesa d'ufficio di un collega di partito. Le parole del consigliere Feltri alla trasmissione radiofonica la Zanzara - afferma Matteo Forte - sono tali per cui a chi ricopre ruoli istituzionali spetta prendere posizione. In altre recenti occasioni, turandoci il naso, con gli altri colleghi abbiamo chiuso un occhio. Oggi quelle espressioni, già intollerabili di loro, collegate tra l'altro all'episodio da cui è scaturita la rivolta nel quartiere Corvetto di Milano, sono gravissime e davvero irresponsabili”.
Sono frasi “di una gravità inaudita che incitano alla violenza fisica e all'uccisione, che minano la convivenza civile e istigano all'odio razziale”, secondo l'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia che si riserva di “agire nelle sedi opportune al fine di tutelare l'immagine e la sicurezza della comunità islamica in Italia”. Inoltre l' Ucoii chiede “con forza un intervento immediato del Premier Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, al fine di ottenere le dimissioni di Feltri dal consiglio regionale. Chiediamo un passo indietro anche dalla direzione de Il Giornale”.
Come detto, Feltri non è nuovo a frasi ben oltre il limite del politicamente scorretto. Solo lo scorso settembre, nel corso di un evento promosso dal quotidiano Il Giornale dal titolo “La grande Milano. Dimensione Smart City”, il suo direttore editoriale aveva detto: “A Milano quello che mi dà fastidio sono le piste ciclabili, i ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti”.
Anche in quel caso l’opposizione ne aveva chiesto le dimissioni, ottenendo però, in Consiglio regionale, di vedersi respinta la possibilità di discutere la mozione urgente depositata del Partito Democratico per le dimissioni del consigliere di Fratelli d'Italia e direttore editoriale de Il Giornale, che così aveva salvato il posto.