
Fatou Sarr il 17 giugno 2024 si è tuffata nel parco divertimenti Aquaneva di Inzago ed è annegata
Inzago (Milano) – Per Fatou Sarr, appena arrivata in Italia dal Senegal, era la prima gita in piscina, con gli amici conosciuti nell’ambiente dell’oratorio di Caravaggio, nella Bergamasca. Il 17 giugno del 2024 l’11enne si è tuffata in un punto del parco divertimenti Aquaneva di Inzago dove l’acqua era profonda 1.6 metri, è annegata ed è morta tre giorni dopo all’ospedale di Bergamo.
Ora, per quella tragedia, rischiano il processo per concorso colposo omissivo in omicidio colposo 4 persone: don Andrea Piana, responsabile dell’oratorio di Caravaggio, il legale rappresentante della società Tvr Srl (in liquidazione) che gestisce la struttura, il responsabile della sicurezza sui luoghi di lavoro e la responsabile "di fatto" del parco.
La pm di Milano Alessandra Cerreti ha notificato ai difensori la chiusura delle indagini preliminari, atto che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio. Per altri 4 indagati verrà invece chiesta l’archiviazione. La posizione del bagnino all’epoca 17enne, l’unico in servizio quel giorno, è stata trasmessa alla Procura per i minorenni. Le indagini si sono avvalse della consulenza di un esperto di piscine, l’architetto Giuseppe De Martino.
Sono stati ascoltati decine di testimoni, tra cui i circa 200 bambini in gita e i 13 accompagnatori, minorenni. Dai documenti sequestrati nella struttura sono emerse violazioni delle norme sulla sicurezza e sulla formazione del personale. Non era stata chiesto alle famiglie, tra le irregolarità contestate, il documento obbligatorio sullo “scarico responsabilità per minori”.

L’autopsia ha escluso la morte per un malore: Sarr, che non sapeva nuotare, si è tuffata in un punto dove non si tocca, senza una adeguata sorveglianza, ed è annegata nonostante il disperato tentativo di soccorrerla da parte del bagnino. In quel momento il sacerdote, come ha dichiarato lui stesso agli inquirenti, si era allontanato per “andare a bere un caffè al bar”. E, secondo le accuse, avrebbe omesso “per negligenza e imprudenza” di prestare la dovuta vigilanza.
Fatou, figlia unica, stava imparando l’italiano, si stava integrando nella comunità dopo che il padre residente da anni nella Bergamasca era riuscito a ottenere l’agognato ricongiungimento familiare. Dopo la tragedia è spuntato però un seme di speranza, perché i genitori hanno avuto un altro figlio, appena nato.