
Il XXIX Convegno Nazionale del FAI al Teatro alla Scala di Milano, in cui sono stati celebrati i 50 anni della Fondazione
Milano, 8 febbraio 2025 – Cinquant’anni a difesa della cultura e della storia italiana. Il Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano, compie mezzo secolo e festeggia alla Scala di Milano, dove è nato e opera, con il 29esimo convegno nazionale dei delegati e volontari. Ad aprire la mattinata scaligera è stato il sindaco Giuseppe Sala: "Dobbiamo continuare a scommettere sulla nostra cultura e la nostra storia, come stiamo facendo". Nel suo intervento il sindaco ha voluto ricordare la fondatrice del Fai Giulia Maria Crespi e sottolineare l'impegno del Fai nella valorizzazione del patrimonio culturale, nella tutela dell'ambiente e nella promozione del turismo consapevole. "Il Fai è e sarà sempre un protagonista centrale" ha detto ancora il sindaco. A salutare le centinaia di delegati arrivati da tutta Italia anche il sovrintendente Dominique Meyer.
C’erano più di 1.500 persone, questa mattina, al XXIX Convegno Nazionale del FAI dal titolo “Un civile servizio”, dedicato come ogni anno ai suoi Delegati e Volontari, provenienti a centinaia da tutta Italia, ma stavolta in un’edizione speciale che ha celebrato i cinquant’anni dalla nascita del FAI, fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli. Cinquant’anni di “un civile servizio” che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, con una missione che si invera nella cura di luoghi speciali - settantadue Beni in tutta Italia, di cui cinquantasei aperti al pubblico, e migliaia di altri luoghi valorizzati in iniziative e progetti locali e nazionali, come le Giornate FAI di Primavera e d’Autunno e I Luoghi del Cuore -, con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano. Tante le istituzioni e le personalità del mondo culturale che hanno voluto essere presenti accanto al FAI e al suo presidente Marco Magnifico, per condividere principi, idee e attività future della Fondazione. E tanti gli attestati di stima per quanto il FAI è riuscito a realizzare in questi anni, a partire dalla testimonianza di Antonio Calabrò, senior vice president Pirelli per la Cultura e direttore della Fondazione Pirelli, presidente di Museimpresa e della Fondazione Assolombarda.
Il ministro Alessandro Giuli
“Il FAI è nato da un'idea, da un'ispirazione; un'iniziativa talmente profonda da compiere mezzo secolo – ha affermato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha fatto avere un suo videomessaggio –. È stata l'idea di Elena Croce raccolta da Giulia Maria Crespi e da tante altre generose persone, che oggi ci consente di celebrare il FAI e le sue volontarie e i suoi volontari che adempiono con il loro servizio al mandato dell'articolo 9 della Costituzione. Quell'articolo 9 che affida alla Repubblica la tutela e la promozione del patrimonio culturale italiano, non allo Stato, non agli enti locali, ma alla Repubblica, intesa nel suo insieme. Invocare la ‘res publica’ come responsabile della salvaguardia del patrimonio culturale significa che ciascuno di noi deve sentirsi partecipe del dovere di preservare l'eredità delle innumerevoli città sviluppatesi nel nostro territorio per farne la matrice della propria identità plurale, capace di orientare il senso del nostro divenire nel mondo di oggi, nel mondo globale. Monumenti, opere d'arte, documenti, tracce, testimonianze del passato fanno parte di noi e devono essere curate così come curiamo ogni altro aspetto della nostra vita”.
“Oggi i siti tutelati dal FAI sono saliti a 72, con il contributo dei 300.000 iscritti e l’opera di 16.000 volontari. È così che la Fondazione assicura da cinquant'anni il godimento pubblico di migliaia di siti normalmente inaccessibili e il recupero di centinaia di luoghi altrimenti destinati all'abbandono o all'incuria. Ringrazio quindi il FAI per quanto fa ogni giorno per custodire e valorizzare questa bellezza” ha affermato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha fatto avere un suo videomessaggio.
Marco Magnifico

Poi la parola è passata a Marco Magnifico.“I 50 anni del FAI sono l’occasione per esprimere a tutti la nostra gratitudine: ai fondatori prima di tutto, ai donatori dei Beni, ai volontari vigorosi, a chi ci finanzia con la sua iscrizione. E sono anche l’occasione per ribadire - con ben cinque inaugurazioni di nuovi Beni - che la missione educativa del FAI, ragione stessa della sua esistenza, in essi si incarna sempre con quel sogno e quella passione, quella intraprendenza e anche quel po’ di sana incoscienza che rende vitale la nostra Fondazione. Il FAI partì da 1.000 metri quadrati sull’isola di Panarea e festeggia i suoi 50 anni con una donazione a Lipari. Lo interpreto come il segno che i venti di Eolo, che dalle Eolie spirano, saranno favorevoli al FAI anche per i prossimi 50 anni”.
Giuseppe Sala

“È un vero piacere celebrare in un luogo speciale come il Teatro alla Scala i cinquant'anni del FAI – ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala - L'autentica passione con cui il Fondo per l’Ambiente Italiano si dedica alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturalistico del nostro Paese lo rende un punto di riferimento nella promozione della cultura in Italia. Grazie ai volontari, ai donatori e ai suoi sostenitori, in questo mezzo secolo di iniziative e progetti, il FAI è riuscito a far scoprire e apprezzare a milioni di persone - a cominciare dagli studenti - in tutta la penisola la bellezza di luoghi d'arte, di cultura e natura, nascosti o dimenticati. Siamo felici che questo affascinante viaggio abbia avuto inizio a Milano, nel 1975. E siamo certi che proseguirà con costante determinazione e dedizione”.
Attilio Fontana

“La celebrazione dei 50 anni del FAI è occasione per ringraziare i tanti volontari, delegati e donatori per l’impegno a rendere la bellezza a beneficio della collettività. Il FAI ha istituzionalizzato il concetto di un patrimonio comune di luoghi, offrendo una cornice di efficienza organizzativa e professionalità capace di generare senso di appartenenza. La Lombardia è terra di progresso e avanguardia, come anche di educazione e cura del territorio. Il FAI ci ha abituato a vivere la meraviglia come fosse consuetudine. Eppure, in 50 anni non smette di sorprendere per la capacità di generare una vera e propria offerta culturale che reca sviluppo, progresso e crescita sociale ed economica”, queste le parole del Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana
Gaetano Manfredi (Anci)
“Le aree interne del nostro Paese rappresentano una straordinaria risorsa culturale e per questo necessitano di un adeguato programma di valorizzazione. ANCI, nell'ambito del protocollo attualmente in vigore con il FAI e in sinergia con tutte le istituzionali nazionali e locali, lavorerà all'elaborazione di un piano di interventi finalizzati al recupero, alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali presenti nelle aree interne in modo da ridurre il processo di spopolamento di quelle zone e favorirne le condizioni di sviluppo economico e sostenibilità ambientale”, così il Presidente di ANCI Gaetano Manfredi.
Poi, a margine dell’evento, Manfredi ha aggiunto: "La norma salva Milano sicuramente rappresenta una soluzione per dare una risposta a quello che è il passato e il presente. Per il futuro è indispensabile che ci sia una riforma della norma urbanistica che definisca con precisione gli strumenti per la rigenerazione urbana, guardando a quelle che sono anche le nuove esigenze: risparmio del suolo, transizione ambientale, rispetto di quelli che sono gli equilibri sociali nei territori". "Abbiamo grandi problemi legati alla casa in tantissime città. Io mi auguro - ha sottolineato il sindaco di Napoli- che si esca da questo stallo e si dia una risposta alle necessità che hanno i Comuni e le città". "In questo settore - ha notato - veniamo da tanti anni in cui ci sono state interpretazioni contrastanti e norme regionali differenziate".
I numeri del Fai
Il FAI festeggia cinquant’anni di attività nel campo della valorizzazione e della gestione del patrimonio culturale e della tutela dell’ambiente e del paesaggio, che si fonda sui suoi Beni: 72 luoghi speciali salvati e recuperati, di cui 56 aperti regolarmente al pubblico - nel 2024 visitati da oltre 1 milione e centomila persone - e 16 attualmente in restauro. Oggi la Fondazione può contare sul supporto di oltre 300.000 iscritti e più di 16.000 volontari; le manifestazioni Giornate FAI di Primavera e d’Autunno hanno consentito negli anni l’apertura di oltre 23.000 luoghi d’arte, cultura e natura visitati da più di 15 milioni e mezzo di italiani; le iniziative della Fondazione hanno coinvolto oltre 4 milioni di studenti, di cui più di 550.000 hanno potuto svolgere un’esperienza di cittadinanza attiva nel ruolo di Apprendisti Ciceroni; infine, grazie al censimento I Luoghi del Cuore, che dal 2003 a oggi ha registrato oltre 11 milioni di voti, già 162 luoghi hanno potuto beneficiare di preziosi interventi di recupero e valorizzazione. Il Convegno Nazionale è stato anche l’occasione per annunciare alcuni tra gli appuntamenti più importanti del 2025. Il FAI, infatti, celebrerà i suoi cinquant’anni inaugurando cinque Beni con l’apertura al pubblico e una nuova offerta culturale e di servizi: Podere Case Lovara, a Punta Mesco, nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, una casa rurale con vigneto, uliveto e orti su uno spettacolare terrazzamento a picco sul mare, raggiungibile solo a piedi lungo il sentiero che collega Levanto e Monterosso; Villa Rezzola a Lerici, il più bel giardino inglese della Riviera di Levante in una villa di fine Ottocento che abbraccia con lo sguardo l’intero golfo da Portovenere a Lerici; Casino Mollo, un casino di caccia seicentesco ai margini della Riserva naturale dei Giganti di Fallistro, già Bene FAI nel Parco Nazionale della Sila, a Spezzano della Sila, in Calabria; Monte Fontana Secca e Col de Spadaròt, una malga a 1.461 metri di altitudine sul Massiccio del Grappa, nel Comune di Setteville (BL), che tornerà a essere un pascolo delle tipiche vacche burline, con casera per produrre il formaggio, e uno spazio didattico dove insegnare la pastorizia di montagna; infine Case Montana, un piccolo edificio rurale settecentesco che domina il Giardino della Kolymbethra, già Bene FAI, e che testimonia e racconta il paesaggio storico rurale della Valle dei Templi di Agrigento.