Milano – Per sei mesi è rimasto in silenzio, prendendosi anche una discreta dose di accuse. Ora, dopo che le aziende di Chiara Ferragni hanno diramato la comunicazione relativa all’uscita di Fabio Maria Damato, l’ormai ex General manager si toglie qualche sassolino dalla scarpa attraverso una serie di stories su Instagram, ça va sans dire.
Ultimo giorno da General manager
“Domani sarà il mio ultimo giorno da General manager di TBS Crew e Chiara Ferragni brand e per questo voglio ringraziare tutti i professionisti che con la loro esperienza e umanità hanno voluto affiancarmi in questa avventura. Oltre, ovviamente, a Chiara Ferragni che più di sette anni fa mi ha chiamato per supportarla nell’evoluzione del suo progetto di business credendo nella mia visione”.
“Mi sono dimesso”
Dopo i ringraziamenti, la spiegazione: “Lo scorso febbraio, dopo attente e inevitabili riflessioni, ho deciso di dare le dimissioni (quindi no, non sono stato licenziato) dalle aziende con cui ho condiviso un percorso professionale incredibile e per le quali ho dato tutto me stesso in termini di assoluta dedizione, idee, cuore e testa, sempre onorando i valori di onestà e correttezza che mi contraddistinguono. A dimostrazione di questo ho accolto fino alla fine le necessità delle società che mi hanno chiesto di restare fino a giugno, nonostante le operazioni di comunicazione poste in essere dal 17 dicembre 2023 in avanti non hanno visto il mio coinvolgimento”.
Caso Balocco
Sul caso Balocco, che lo vede indagato a Milano per concorso in truffa aggravata, Damato precisa: “Essendo diventate pubbliche alcune email insistentemente a me attribuite, devo precisare come nessuna di queste email fosse la mia. Resto però amareggiato per come questa vicenda abbia messo in ombra anni di duro e onesto lavoro fatto dalle società e dalle persone coinvolte. Un lavoro sempre in salita, costellato di tanti ostacoli e altrettanti successi, che chiunque si ritenga intellettualmente onesto non può attribuire solo al caso o alla fortuna”.
“Mi ferisce la sofferenza inflitta ai dipendenti di tutte le società che si sono sentiti attaccati pubblicamente e hanno visto messe in pericolo le aziende per cui lavorano e di conseguenza i loro posti di lavoro. Esco stremato da una certa violenza che abbiamo subìto tutti, specie Chiara Ferragni che ho sempre rispettato come capo e per la quale l’onestà, l’affetto e la dedizione che ho dedicato nessuno potrà mai mettere in discussione”.
L’ipotesi buonuscita
"Nei mesi ho letto una certa ossessione circa i miei presunti incredibili guadagni. Purtroppo (per me) non solo le cifre circolate sul mio stipendio di lavoratore dipendente sono lontane dalla realtà, ma non ho mai nemmeno percepito da membro dei due consigli di amministrazione quei fantastici compensi di cui si scrive, perché sono ruoli che ho ricoperto a titolo gratuito fino alla mia uscita volontaria”. Damato poi smentisce l’ipotesi di una ricca buonuscita: “Non ho richiesto nessuna liquidazione aggiuntiva , tantomeno da 4 milioni di euro, e nulla in più mi è stato versato se non gli oneri previdenziali di legge a qualsiasi lavoratore dipendente”.
La stoccata finale
Poi la stoccata all’azienda: “è opportuno rettificare come la mia uscita sia stata una scelta autonoma e volontaria e non, come diffuso dall’azienda, che “il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale”.