Esplosione in Porta Romana, la paura degli sfollati. Il sindaco: "Li aiuteremo"

Dodici appartamenti inagibili, 29 persone fuori casa tra parenti, amici e hotel. I racconti: vetri distrutti, pavimento squarciato e un gatto scomparso

L'intervento dei vigili del fuoco in uno degli appartamenti coinvolti nell'esplosione

L'intervento dei vigili del fuoco in uno degli appartamenti coinvolti nell'esplosione

Milano – “Ho sentito dei botti fortissimi, uno dopo l’altro. Non sapevo cosa pensare, mi sembrava surreale. Poi dall’alto ho visto le fiamme e una colonna di fumo che saliva verso casa nostra. Allora sono scappata in strada con mio marito. Ho fatto in tempo solo a mettere il telefono in tasca. Ai piedi ho ancora le ciabatte. Non so quando potrò rientrare in casa".

Carola Galbiati vive al quinto piano di via Vasari 22, a pochi metri dal punto in cui ieri mattina poco prima di mezzogiorno ha preso fuoco un furgone che trasportava bombole di ossigeno. In strada si è riversata la folla terrorizzata: 220 tra residenti e lavoratori, oltre ai bambini della vicina scuola paritaria delle suore Mantellate. C’è chi racconta di vetri scoppiati all’improvviso e di tapparelle saltate. "Dopo le esplosioni si è riempito tutto di fumo, si faticava a respirare. Ho capito che era successo qualcosa di grave, anche se non sapevo cosa. Scendendo dal quarto piano ho incrociato altra gente che usciva", racconta Mimmo Marchetti. Spaventata anche Federica Valerio: "Stavo lavorando quando all’improvviso sono esplosi i vetri delle finestre. Per la mia coinquilina è stato peggio, perché ha la stanza affacciata su via Pier Lombardo". Tutti si domandano se e quando potranno rientrare negli appartamenti.

A fine pomeriggio, dodici appartamenti risultavano inagibili e ventinove persone hanno dovuto passare la notte altrove, alcune ospitati da parenti o amici e altre in strutture ricettive. Il Comune è pronto ad "aiutare i residenti", ha assicurato il sindaco Giuseppe Sala, sul posto. Sono in corso le verifiche attraverso l’amministratore del condominio colpito per sapere se qualcuno ha bisogno di ospitalità.

"Noi siamo in un residence" fa sapere Carlo Di Ceglia, abitante del terzo piano di via Vasari 22, che dopo l’esplosione è fuggito in strada insieme ai suoi due figli. È stato uno dei primi a tornare poi nell’alloggio, passata l’emergenza, con i vigili del fuoco, riuscendo a recuperare uno dei suoi due gatti rimasti nell’appartamento. "L’altro non sappiamo ancora dove sia. Speriamo che stia bene". Ha perso l’auto e lo scooter che erano parcheggiati in strada. E si è ritrovato il pavimento squarciato. "Vedo casa tua dall’alto", riferisce al vicino del secondo piano, Guido Galbiati, che era fuori casa al momento dell’esplosione. "Ero al lavoro. Vedendomi uscire, il magazziniere ha tentato di fermarmi dicendomi ‘ma dove va? Sta bruciando Milano’. Io ho subito telefonato ai familiari per accertarmi che non ci fosse nessuno in casa. Per fortuna stiamo tutti bene".

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