
Un bilancio esistenziale e un’eredità. È ciò che Ersilia – protagonista del romanzo “Ringrazio l’inverno“ di Flavia Todisco –...
Un bilancio esistenziale e un’eredità. È ciò che Ersilia – protagonista del romanzo “Ringrazio l’inverno“ di Flavia Todisco – lascia all’amata nipote Cecilia, l’unica della famiglia che non l’abbia condannata e abbandonata. Una storia di resilienza e riscatto che Todisco presenta oggi alle 16 al Centro Sant’Ambrogio (al civico 20 dell’omonima via) di Cinisello Balsamo. Ne parliamo con l’autrice, al primo romanzo dopo due raccolte di racconti, una silloge poetica e una drammaturgia.
Cosa racconta “Ringrazio l’inverno“?"È una sorta di testamento spirituale, ma anche una testimonianza. Ersilia, superata la soglia degli 80 anni, è consapevole di essere vicina al capolinea. Tra le prime donne a chiedere la separazione e poi il divorzio, ha dovuto subire l’ostracismo familiare e ancor peggio l’allontanamento dai figli, di cui non riesce a ottenere l’affidamento, anche a causa delle maldicenze sul suo rapporto con l’amica Vera. Persa irrimediabilmente ogni relazione con la figlia Mara, riesce invece a recuperare in parte il rapporto con la nipote Cecilia, ed è proprio a lei che scrive una lunga lettera per offrirle la propria “versione“ dei fatti. Ammette gli errori ma allo stesso tempo racconta e spiega come sono maturate le sue scelte".
La vicenda si snoda attraverso i decenni, è dunque anche uno spaccato della società italiana dal Fascismo in poi."Non avevo la pretesa di scrivere un romanzo storico, ma descrivo lo “spirito del tempo“ degli anni ’50 e ’60. Ersilia osa ribellarsi alle convenzioni della buona borghesia toscana cui appartiene per nascita, e sceglie la libertà quando si rende conto che l’amore con il marito Enzo, conosciuto sui banchi di scuola, è finito. Il prezzo che deve pagare è molto alto. Ma dopo aver dovuto rinunciare alla famiglia “di sangue“ e ai suoi affetti, Ersilia riesce a creare una famiglia d’elezione non convenzionale, che sviluppa legami grazie alla sincerità, alla comprensione e alla solidarietà reciproche".
Perché questo titolo?"Ersilia vive i periodi più dolorosi della sua vita durante tre inverni, e si convince di dover sopportare un karma negativo per aver commesso troppi errori. Ma nel suo percorso esistenziale arriva a capire che in ogni crisi è insita un’opportunità di cambiamento e di rinascita, purché si affronti la vita evitando di ripiegarsi su sé stessi".
Claudia Cangemi