Ergastolo ad Alessia Pifferi, i parenti esultano in aula. La difesa li punge: “Nulla da festeggiare”

Gioia tra i parenti in tribunale dopo l’arrivo della sentenza. La legale della 38enne: “Alessia molto dispiaciuta per il loro atteggiamento”

Alessia Pifferi e la sua legale, Alessia Pontenani. Accanto la gioia di Viviana Pifferi

Alessia Pifferi e la sua legale, Alessia Pontenani. Accanto la gioia di Viviana Pifferi

“Me lo aspettavo”, questo il primo commento a caldo di Alessia Ponteani, avvocato difensore di Alessia Pifferi, sulla condanna all’ergastolo della sua assistita. La legale poi è andata oltre la decisione del giudice ponendo l’accento su quanto accaduto in aula alla lettura della sentenza. Ponteani ha voluto rimarcare infatti come Alessia Pifferi “era molto dispiaciuta per l'atteggiamento della sorella e della mamma. Quando il presidente ha detto ‘ergastolo’ si è capito che dietro stavano festeggiando e qui c'è ben poco da festeggiare. Poi non ha ben compreso il problema economico, perché ha detto 'io non ho soldi’, allora le ho spiegato che l'unica cosa che possono prenderle è quel pezzettino di casa”. L'avvocato ha fatto sapere che farà ricorso e che chiederà “la riapertura dell'istruttoria e una nuova perizia collegiale”.

La strategia della difesa

In aula, prima della sentenza, la linea difensiva scelta dall’avvocato Alessia Pontenani era strutturata per sostenere che “Alessia Pifferi non ha mai voluto uccidere la figlia”, e che si sarebbe trattato piuttosto di un abbandono di minore. “Esiste un reato nel nostro codice, che è l'abbandono di minore. Ci siamo: è il nostro caso, è la morte di Diana. Alessia ha commesso il reato di abbandono più volte: la prima volta che è andata al supermercato senza la bambina, il primo weekend che è partita, quando ha fatto la cena in limousine, il secondo weekend. Questo è il reato per cui deve essere condannata Pifferi. La caratteristica di abbandono di minore è la speranza che non accada nulla: lei sperava in cuor suo, e credeva, che non sarebbe accaduto nulla alla bambina”.

Dopo aver ripercorso le varie tappe della vita di Pifferi ("ha subito abusi da piccola, è stata vittima di violenza assistita, non è andata a scuola, ha un deficit cognitivo, è vissuta senza avere un lavoro”), l'avvocato ha sottolineato che la morte di Diana “è una tragedia e come tale va affrontata. Il pm ha detto che il suo lavoro era finito e che vi lasciava nelle mani Diana. Io faro di più, vi lascerò Alessia e Diana, perché è ora che entrambe queste persone sfortunate abbiano davvero giustizia”.

La soddisfazione del pm: “Unica vittima è Diana”

"Vi è stata raccontata una storia che non trova riscontri in questo processo. Alessia Pifferi vi è stata descritta come una vittima e una bambina. In questo processo c'è un'unica bambina che si chiama Diana e c'è un'unica vittima che si chiama Diana. C'è una bugiarda che si chiama Alessia Pifferi, c'è un'unica attrice che si chiama Alessia Pifferi. Datele la speranza di compensare attraverso la sofferenza della pena il dolore che prima poi le scorrerà dentro". Lo ha detto il pm Francesco De Tommasi in una breve replica dopo l'arringa della difesa che ha chiesto di assolvere Alessia Pifferi, imputata per omicidio pluriaggravato della figlia Diana abbandonata e lasciata morire di stenti nel luglio