Milano ricorda il giudice Alessandrini a 45 anni dall’omicidio

Alla commemorazione presenti anche il sindaco Sala e il figlio del magistrato, ucciso dai terroristi di Prima Linea

Di spalle il sindaco Sala e a destra il figlio di Emilio Alessandrini, Marco, davanti alla targa commemorativa tra viale Umbria e via Muratori

Di spalle il sindaco Sala e a destra il figlio di Emilio Alessandrini, Marco, davanti alla targa commemorativa tra viale Umbria e via Muratori

Milano, 29 gennaio 2024 – 45 anni fa, all’incrocio tra viale Umbria e via Muratori, il giudice Emilio Alessandrini fu assassinato da un comando del gruppo terroristico Prima Linea: oggi, 45 anni dopo, nello stesso punto dell’assassinio, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha commemorato il ricordo e l’impegno del giudice ucciso dal gruppo terroristico di estrema sinistra.

La commemorazione e le parole del figlio, Marco Alessandrini

Alla commemorazione, che si è svolta nel corso del pomeriggio, hanno partecipato il sindaco Sala, il figlio Marco Alessandrini, il questore Giuseppe Petronzi, il prefetto Claudio Sgaraglia e il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco. Sala ha voluto ricordare la reazione di Milano, sconvolta alla notizia dell’omicidio verso un “magistrato coraggioso e onesto”, tanto che ai funerali parteciparono 200 mila persone: oggi Milano “si riunisce con riconoscenza e gratitudine e ricorda questo suo figlio che ha dato un contributo unico alla città e al paese”. 

Il figlio Marco ha ripercorso il rapporto di amore e odio che lo lega alla città "perché mi ha strappato mio padre”, ma, ha sottolineato, “penso sempre a Milano che quando piange piange davvero. Penso a quel funerale partecipato, a quel bambino che ero, al trauma della perdita e al viaggio della memoria”. 

Marco Alessandrini, figlio del giudice Emilio Alessandrini nel luogo dell'omicidio
Marco Alessandrini, figlio del giudice Emilio Alessandrini nel luogo dell'omicidio

L’omicidio di 45 anni fa

Il giudice, originario abruzzese, aveva 37 anni quando fu ucciso a colpi di pistola dai terroristi di Prima Linea alle 8.40 del 29 gennaio 1979. Aveva appena accompagnato il figlio a scuola, quando lungo il percorso verso il palazzo di giustizia, tra viale Umbria e via Muratori, gli fu teso l'agguato mortale.

A sparare al magistrato furono Sergio Segio e Marco Donat-Cattin mentre rimase di copertura Michele Viscardi: i terroristi di Prima Linea avevano scelto di eliminare Alessandrini in seguito al suo lavoro sul terrorismo di estrema sinistra, avviando, tra l'altro, una delle prime indagini sull'Autonomia milanese.

Nella rivendicazione, Prima Linea precisò che era stato scelto Alessandrini per l'impegno che poneva nel rendere più moderna la struttura giudiziaria, e più in generale perché considerava i giudici "riformisti” più pericolosi di quelli “conservatori”.