
Difficile per i Comuni limitare la. vendita dei fuochi di artificio per festeggiare la fine dell’anno
Hanno acquistato dei petardi in un negozio di via della Resistenza, sono andati al parco e si sono procurati delle bottiglie di vetro, per farle scoppiare con i petardi appena comprati. Quando gli agenti li hanno beccati, i due quindicenni e il dodicenne hanno provato a nasconderli ma, ormai scoperti, hanno consegnato decine di petardi: articoli pirotecnici la cui vendita è vietata ai minorenni. Dopo rapidi accertamenti, la polizia locale ha individuato il negozio dove era stato venduto il materiale, poi sequestrato ai tre ragazzini. La negoziante è stata denunciata per vendita di articoli pirotecnici a minorenni (reato che prevede fino a due anni di arresto e un’ammenda da 20 a 200mila euro).
"Il controllo rigoroso del territorio da parte degli agenti – commenta il sindaco Rino Pruiti – ha consentito di scoprire la vendita abusiva. Gravissimo mettere in pericolo i ragazzi: i tre stavano facendo un gioco pericoloso, soprattutto per se stessi". Del tema petardi e fuochi d’artificio se ne parla molto, in particolare sui social con le richieste ai sindaci di intervenire per impedirne la vendita e l’uso. "Non possiamo vietare i botti – risponde il primo cittadino – perché, come già avvenuto in passato, le ordinanze verrebbero impugnate e annullate. Faccio un appello: rinunciamo ai botti di Capodanno, scegliamo di tutelare la nostra serenità e il benessere dei più piccoli e degli animali che vivono in numerose famiglie".
Si sono rivelate inutili, infatti, le tante ordinanze emanate dai sindaci negli ultimi anni per vietare l’esplosione di petardi e fuochi d’artificio, in particolare a Capodanno. Da una parte, le limitazioni imposte non hanno evitato la tradizionale vendita e uso del materiale pirotecnico, dall’altra si è rivelato molto complesso procedere con i controlli a tappeto. In più, con la sentenza 2034 del settembre 2022, il Tar della Lombardia, accogliendo il ricorso di produttori e venditori, ha stabilito illegittime le ordinanze anti botti che limiterebbero la libertà di vendita degli articoli. La sentenza ha inoltre evidenziato "la mancanza di potere di intervento da parte dei comuni nel disciplinare le attività che determinano inquinamento atmosferico – si legge in sentenza –, essendo tale ambito soggetto a riserve di legge statale e regionale".