ROBERTA RAMPINI
Cronaca

"Diventerò magistrata antimafia"

È il sogno di Chiara, tra i ragazzi che partecipano al campo di Libera. Ieri la tappa all’asilo del carcere di Bollate

di Roberta Rampini

"Studio giurisprudenza e da grande vorrei fare il magistrato antimafia, perché sono affascinata da personaggi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ho aderito all’associazione Libera e desideravo conoscere qualcuno sensibile ai temi della legalità, questo campo di lavoro e formazione è la migliore opportunità che mi potesse capitare sul nostro territorio". È la testimonianza di Chiara Albani, 24 anni di Rho, una delle volontarie del campo estivo “Oltre Milano” inserito nel progetto “E!State Liberi” organizzato dall’associazione Libera, in collaborazione con le cooperative Stripes e Il Grillo parlante. Quattro giorni di impegno e incontri, tre tappe sul territorio, tra cui l’asilo nido Biobab situato all’interno del carcere di Bollate. È qui che ieri mattina abbiamo incontrato Chiara e gli altri volontari, tutti dai 19 ai 24 anni, pennelli alla mano, impegnati nella realizzazione del “Giardino della legalità” per i bambini che frequentano il servizio per l’infanzia, aperto alle famiglie del territorio, ai figli dei detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria.

"Il campus è iniziato giovedì nella Bottega del Grillo, il bene confiscato di Garbagnate Milanese, venerdì e sabato tappa qui in carcere a Bollate, al mattino si lavora e nel pomeriggio incontri per parlare di carcere, legalità, del fenomeno delle mafie che è diffuso anche al Nord e per ascoltare testimonianze di memoria come quella di Lorenzo Sanua, figlio di Pietro, ucciso in un agguato mafioso a Corsico nel 1995 – racconta Marta Colombo operatrice Stripes –. Per realizzare i lavori nel cortile del nido abbiamo avviato anche una raccolta di fondi aperta al territorio con l’obiettivo di sensibilizzare tutta la comunità".

Le “fioriere della legalità”, la “barca della libertà”, il gazebo da rimettere a nuovo, targhe con nomi e volti di personaggi uccisi dalla mafia saranno un modo per non dimenticare e continuare a riflettere. Stamattina tappa a Lainate dove nelle scorse settimane è stato realizzato un murale dedicato alle vittime delle mafie e in serata a “La Tela”, l’Osteria sociale che ha preso vita in un bene confiscato a Rescaldina. "È stata mia madre a propormi questa esperienza – racconta Lorenzo Arecco, 21 anni di Pessano con Bornago –. Ci ho pensato un po’, ma poi ho accettato e credo sia un’esperienza davvero interessante per noi giovani".

Una scommessa vinta per Biobab e per il carcere alle porte di Milano: "Credo che segnali di questo tipo siano importanti e un esempio concreto di integrazione tra territorio e istituto di pena", commenta il direttore del carcere Giorgio Leggieri. Una prima volta anche nell’hinterland milanese, da qui il nome del progetto “Oltre Milano“, "Abbiamo sempre organizzato i campi solo nella città di Milano – dichiara Gaia Baschirotto, coordinatrice –. Quest’anno abbiamo deciso di raccontare storie e luoghi di legalità anche fuori dal capoluogo e siamo contenti per la partecipazione di tanti giovani". Tra loro anche Noemi Sante, 20 anni, che vive a Genova, studia filosofia a Bologna, e per il secondo anno consecutivo ha scelto di fare questa esperienza: "Credo che affrontare il tema delle mafie al Nord aiuti anche a combattere stereotipi e pregiudizi sul fatto che sia solo un fenomeno del sud – spiega la giovane – qui tra lavoro e incontri, ci sono davvero tanti spunti interessanti".