LUCA ZORLONI
Cronaca

La rivolta dei fattorini, l’ad di Deliveroo: "Sono i rider a volere il lavoro flessibile"

"C’è un tema a monte, che l’azienda ha come caposaldo: questo lavoro deve funzionare per i rider. Non c’è alternativa. Al netto di quante persone protesteranno, abbiamo il polso preciso della soddisfazione dei rider di Deliveroo"

Matteo Sarzana, general manager di Deliveroo Italia

Milano, 15 luglio 2017 - Il ritrovo è previsto per questa sera alle 19 in piazza XXIV Maggio: Deliverance Strike Mass, biciclettata di protesta dei fattorini della filiera del food delivery. Il collettivo Off Topic, che avevamo indicato come organizzatore della dimostrazione, smentisce una «gestione proprietaria della vertenza» e dichiara di aver «dato un contributo a raccontare le ragioni» di alcuni lavoratori di Deliveroo. L’approssimarsi della manifestazione ha creato attenzione anche dall’altra parte della barricata, negli uffici di Deliveroo e delle altre aziende di food delivery.

Matteo Sarzana, direttore generale di Deliveroo Italia, che contratto stipula oggi l’azienda con i rider?

«I rider sono collaboratori. Abbiamo un contratto di prestazione d’opera, con ritenuta d’acconto fino a 5.000 euro o con partita Iva se vai oltre. I lavoratori ci chiedono un lavoro flessibile e pagato il giusto. C’è un tema a monte, che l’azienda ha come caposaldo: questo lavoro deve funzionare per i rider. Non c’è alternativa. Al netto di quante persone protesteranno, abbiamo il polso preciso della soddisfazione dei rider di Deliveroo. Da una ricerca recente: il 93% è soddisfatto di lavorare con noi».

Quanti rider lavorano con Deliveroo oggi in Italia?

«Più di mille. Hanno un’età media intorno ai 25 anni e l’83% di loro è composto da italiani».

Voi operate da novembre del 2015 in Italia, ormai avete un’idea dei flussi di ordini. Perché non stabilizzate una quota di fattorini e la integrate, nei momenti di picco, con personale flessibile?

«Non è quello che ci chiedono i rider. Loro cercano questa flessibilità. Ogni settimana in ogni città Deliveroo mette a disposizione degli “slot” di disponibilità. Sono i rider che ci dicono quando vogliono lavorare, perché noi dobbiamo dare copertura rispetto alle richieste del mercato. Io rider dico quando sono disponibile, se poi non sono disponibile o deve smettere prima di lavorare, posso farlo senza ripercussioni. Non è vero che è un minimo di ordini che devi accettare».

Voi gestite gli ordini con un algoritmo. È trasparente? I rider sanno come funziona?

«L’algoritmo è proprietario. Penso ci sia un tema di percezione. A differenza di una persona, che può essere influenzata, l’algoritmo ha un unico obiettivo: garantire massima efficienza. Prende in considerazione innumerevoli parametri per definire quale sia il miglior rider per quella consegna. Non è solo questione di distanza. Le informazioni sulla velocità di pedalata non sono prese in considerazione».

Adoperate strumenti di “gamification“ per incentivare i fattorini nelle consegne, come classifiche, messaggi di gruppo, per spingerli a lavorare di più?

«Non credo riguardi noi. Non abbiamo mai fatto gamification né abbiamo mai spinto i rider a fare cose di questo tipo. Così come da noi non è stato mai detto che questo è solo un lavoretto».

Quanto guadagna un rider di Deliveroo?

«Hanno una paga diversa, a seconda che usino bici o scooter. In bici hanno un fisso orario più un contributo per consegna: il fisso è 7 euro ora, il contributo di 1 euro-1,50 euro, a seconda della città. A Milano è diverso rispetto a Roma. Gli scooter guadagnano 8 euro l’ora più rimborso su base chilometrica. La media a Milano è di 10,25 all’ora. La media aritmetica di quanto lavora un rider è di 12 ore a settimana».