SIMONA BALLATORE
Cronaca

Danni da maltempo, Lorenteggio si organizza: “Insieme per battere le assicurazioni”

“Se sei assicurato per agenti atmosferici ti dicono che coprono solo la grandine, non le calamità naturali”. Il gruppo nato su whatsapp: “Tutti vogliamo una città verde, ma bisogna sapere come gestirla”

Milano, 31 luglio 2023 – “Si sentiva un rumore assordante quella notte, sembrava la centrifuga di una mega-lavatrice, nessuno ha avvertito il tonfo. Poi la corsa al piano terra, ma eravamo barricati dentro: siamo riusciti a uscire da una porticina sul retro”.

Un grosso platano si era schiantato sulle auto parcheggiate lungo via Lorenteggio, arrivando fino al portone dello stabile più antico della strada: bloccato dall’esterno. Quattro auto colpite lì, altre tre una decina di metri più avanti. Una settimana dopo il nubifragio che si è scatenato su Milano ci sono ancora le lamiere accartocciate, i vetri per strada, la segatura degli alberi fatti a pezzi e rimossi 48 ore dopo. E c’è un gruppo di cittadini che ha unito le forze.

Uno dei due platani crollati su via Lorenteggio la notte tra il 24 e il 25 luglio. Lorella Negrini e Andrea Di Lernia con i figli davanti alla loro “Nerina“ distrutta
Uno dei due platani crollati su via Lorenteggio la notte tra il 24 e il 25 luglio. Lorella Negrini e Andrea Di Lernia con i figli davanti alla loro “Nerina“ distrutta

"Non ci conoscevamo prima, ci siamo riconosciuti dagli sguardi – racconta Lorella Negrini –. Una volta appurato che non si fosse fatto male nessuno, che è quello che conta, ci siamo attivati per fare qualcosa insieme. Da questa esperienza portiamo a casa lacrime e sorrisi: c’è chi è venuto a farsi un selfie davanti alla nostra macchina, ma abbiamo ricevuto anche tantissima solidarietà e sono nati rapporti di vicinato che ci hanno fatto sentire meno soli”.

Hanno creato un gruppo WhatsApp, “Danni Alberi Lorenteggio“, hanno cercato di contattare chi era via e ha saputo solo venerdì che tra le vetture schiacciate c’era pure la sua. Insieme hanno ingaggiato un agronomo per capire - al di là dell’evento eccezionale - come stavano le due piante crollate e come stanno quelle che si sono salvate accanto ai loro condomini e ai cantieri della M4.

“Se questa fosse piombata contro il palazzo avrebbe preso il mio balcone in pieno: pesano 18 tonnellate, se non hanno i piedi ben piantati a terra sono birilli che cadono giù”, scuote la testa Stefano Ragusa, 80 anni, che lunedì è sceso in strada alle 4 di notte per allertare i vigili del fuoco. “È un albero di 25 metri e mezzo, le radici in confronto erano piccolissime: sono giganti con i piedi d’argilla, come dicono gli esperti. Vanno curati, mantenuti bene, e anche per la potatura bisogna stare attenti o rischiano di diventare pericolosi”, Andrea Di Lernia mostra il terreno senza traccia di radici. La città si è scoperta fragile - sottolinea -. Non siamo abituati a eventi di questa portata: credo che per Milano sia un evento storico che in qualche modo cambierà la percezione e spero anche la prevenzione. Serve una conta dei danni, ma anche un monitoraggio esteso e una riflessione. Noi tutti vogliamo una città verde, ma bisogna sapere come gestirla”. Ricordano le linee occupate in quelle ore, l’intervento dei vigili del fuoco. “Bravissimi, ci hanno aiutato a liberare la strada e a recuperare i documenti. Nessuno aveva transennato la via prima ed era un caos”. Si mandano messaggi nel gruppo, si danno dritte.

“Le assicurazioni non rispondono - spiegano - se sei assicurato per agenti atmosferici ti dicono che coprono solo la grandine, non le calamità naturali. Siamo famiglie semplici, oltre al danno economico per molti di noi quell’auto rappresentava l’unico mezzo per andare al lavoro ogni mattina o per raggiungere i parenti fuori provincia ".

Come la “Nerina“, che dal 2015 accompagnava Andrea, Lorella e i bimbi dai nonni in Valtellina e dappertutto. Accanto c’è la vettura del vicino-imbianchino: "Ha appena saputo del danno, per lui è fondamentale per andare al lavoro: un disastro”, ricorda Stefano. Un’altra giovane vicina ha cercato di esorcizzare il nervosismo incollando cartelli su quella che fino alla scorsa settimana era la sua auto nuovissima, ibrida: “Sorridi, è ecologica”. Ora non c’è più. “Chiediamo si impari qualcosa da quanto successo - conclude il gruppo del Lorenteggio -. La solidarietà fa la differenza contro la solitudine esasperante di questi momenti, cerchiamo di unire le forze, di tutelarci a vicenda, ma le istituzioni non ci lascino soli”.