
Danilo Gallinari si fa un selfie con i giovani fan
Milano, 10 setembre 2018 - È stato inaugurato ieri al parco di largo Marinai d’Italia il primo dei tre campi da basket griffati Danilo Gallinari. È stata proprio l’ala dei Los Angeles Clippers a finanziare la riqualificazione del campo nell’ambito del progetto “We Playground Together”, un progetto che prevede di fare altrettanto in altre due periferie: un secondo campo all’aperto sarà inaugurato nel 2019 e un terzo nel 2020. La scelta di parchi e quartieri sarà fatta insieme al Comune, partner dell’iniziativa. Al taglio del nastro c’erano ieri, oltre a Gallinari, gli assessori Roberta Guaineri (Sport) e Pierfrancesco Maran (Verde). Il Comune ha mappato tutte le aree dove è possibile fare sport all’aperto nell’applicazione “Sport a Milano”, un’app scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone.
Danilo Gallinari, stella dei Los Angeles Clippers, perché ha scelto Milano per questo progetto?
«Pur essendo nato a Sant’Angelo Lodigiano, io sono molto legato a Milano tant’è che ho preso casa qui. Questa è la città dove sono cresciuto sia come uomo sia come giocatore di basket. Qui ho conseguito il diploma di maturità, qui la mia carriera nella pallacanestro ha avuto una svolta. Milano mi ha dato tanto e mi è sembrato naturale fare qualcosa che valorizzasse questa città e in particolare le periferie di questa città».
Che valore può avere un campo di basket in un quartiere periferico di una grande città, oggi?
«Io sono convinto che nel nostro Paese, soprattutto in un momento come quello attuale, sia fondamentale favorire l’integrazione tra ragazzi con storie e origini diverse. Sotto un canestro è più facile sentirsi a casa e spero che in questo campo, come negli altri due che andremo a realizzare successivamente, ognuno possa sentirsi a casa. Il basket, e lo sport in generale, aiutano l’integrazione. Lo dico da emigrato, da ragazzo che da ormai 10 anni vive lontano dal suo Paese».
Crede che a Milano ci siano pochi campi da basket?
«No, non è una questione di numero. A Milano i campi da basket ci sono e sono tanti. Il punto è conservarli in buone condizioni e valorizzarli perché possa essere il più possibile piacevole giocarci e perché i ragazzi possano essere invogliati a giocare all’aperto. Poi bisogna sfruttarli meglio, faccia un esempio: perché non prevedere attività di dopo-scuola nei campi che si trovano nei parchi pubblici? Il senso della collaborazione tra me e il Comune di Milano va in queste due direzioni».
Secondo lei come è cambiata Milano, se ritiene che sia cambiata, rispetto a dieci anni fa, rispetto a quando è partito per gli Stati Uniti per iniziare la sua avventura in Nba?
«A mio avviso Milano in questi anni è cambiata tanntissimo ed è cambiata in meglio. È una città che ha riqualificato zone fino a pochi anni fa dismesse e in abbandono, che ha costruito nuovi quartieri, che ha visto spuntare grattacieli. Milano ha dinamismo».
Come vede, infine, l’Olimpia Milano, la sua ex squadra?
«La vedo benissimo, hanno una grandissima squadra, composta da grandi giocatori e stanno facendo un ottimo precampionato. La mia speranza è che possa affermarsi in Europa».