Danilo Coppola non sarà estradato, gli Emirati respingono la richiesta. “Io perseguitato in Italia”

Milano, uno dei “furbetti del quartierino” condannato a 6 anni per bancarotta dà l’annuncio sui social: “Anche la Svizzera in passato aveva negato la mia estradizione. Questo ci deve far riflettere su come funziona la giustizia”

Danilo Coppola non sarà estradato in Italia: gli Emirati Arabi Uniti hanno infatti respinto la richiesta di estradizione formulata dalle autorità italiane per l'immobiliarista, uno dei cosiddetti "furbetti del quartierino" della stagione delle scalate bancarie, condannato in via definitiva per un caso di bancarotta. È lo stesso Coppola ad annunciarlo in un video pubblicato sul suo profilo Instagram: "Devo dirvi che sono molto emozionato. È ufficiale: gli Emirati Arabi Uniti non concedono la mia estradizione in Italia che mi vuole arrestare".

Coppola: “Qui nessun pregiudizio, vige la meritocrazia”

Per l’immobiliarista, è la dimostrazione che "negli Emirati Arabi la giustizia funziona: qui non c'è pregiudizio, non c'è il preconcetto, vige la meritocrazia". Coppola entra nel dettaglio del provvedimento, assicurando che le autorità di Abu Dhabi hanno deciso di non estradarlo in Italia "ritendendo che la mia persona sia perseguitata. Anche la Svizzera in passato aveva negato la mia estradizione. Non aggiungo altro –  conclude l’immobiliarista –  ma questo ci deve far riflettere su come in Italia funziona la giustizia".

Le condanne

Coppola era stato arrestato a dicembre ad Abu Dhabi su mandato d'arresto internazionale e poi rilasciato. Il mandato, emesso dal pm di Milano Adriana Blasco, e la successiva richiesta di estradizione, erano scaturiti dalla condanna definitiva a 7 anni del primo luglio del 2022 per tre diversi episodi di bancarotta fraudolenta: i fallimenti del Gruppo Immobiliare 2004, di Mib Prima spa e di Porta Vittoria spa, quest'ultimo dichiarato il 15 settembre 2016, lo stesso anno in cui fu arrestato in passato. La pena definitiva era di 7 anni, poi ridotta a 6 anni, 2 mesi e 12 giorni considerando il periodo già trascorso tra carcere e domiciliari in fase cautelare. Condanna a cui sono stati aggiunti, stando al mandato d'arresto, tre mesi per una condanna per diffamazione a Bergamo.

I “furbetti del quartierino” e le scalate bancarie

Per Coppola, che all'epoca dei “furbetti del quartierino” aveva patteggiato per il caso Antonveneta, lo scorso 19 marzo, a Milano, era arrivata un'altra condanna in primo grado a 2 anni e 8 mesi nel processo milanese per il caso cosiddetto “Porta Vittoria bis” sempre per ipotesi di bancarotta. Una condanna che ha portato la pena finale, “in continuazione” con quella del precedente filone, a 9 anni e 8 mesi. Inoltre, l'immobiliarista, che negli ultimi anni ha vissuto tra la Svizzera e Dubai, è a processo a Milano anche per il caso Prelios. In questo procedimento le autorità elvetiche avevano negato in passato la sua consegna all'Italia per l'esecuzione di un'ordinanza di custodia in carcere per l'accusa di tentata estorsione.

L’avvocato: “Alla fine la Giustizia trionfa”

"Finalmente un Giudice a Berlino ... non conosciamo ancora le motivazioni, ma ce n'erano molteplici per rigettare la richiesta di estradizione. Il mio studio ci ha lavorato tanto, ma alla fine la Giustizia trionfa comunque”. Così l'avvocato Gaetano De Perna, che difende Coppola nel procedimento per l’estradizione ha commentato la decisione, comunicata ai legali e a Coppola, dei giudici degli Emirati Arabi Uniti di negare l'estradizione dell’immobiliarista, dopo che negli ultimi mesi si sono tenute diverse udienze del procedimento estradizionale.