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Cronaca

Dal Sud in Lombardia in cerca di cure: una CasAmica per accogliere chi è costretto a uscire dalla propria regione

È la settima struttura in Italia. I lavori a Segrate partiranno entro fine anno e si concluderanno nel 2026

Da Sud a Nord in cerca di cure: "Una CasAmica per accoglierli"

Il simbolico taglio del nastro sull’area dove sorgerà la struttura di CasAmica

Segrate (Milano) – Una casa per accogliere chi è costretto a uscire dalla propria regione e a spostarsi in Lombardia per sottoporsi a cure mediche: la nuova struttura di CasAmica – “Progetto 3000” – sorgerà a Segrate e risponderà a un fenomeno divenuto emergenza sociale e dovuto essenzialmente alla disparità di servizi di cura fra Nord e Sud. Sarà la settima struttura gestita dalla onlus, che dal 1986 ha aperto quattro sedi a Milano e poi una a Lecco e una a Roma, con l’obiettivo di accogliere malati e parenti che devono soggiornare lontano da casa. Il nuovo progetto è stato presentato ieri nella parrocchia della Chiesa Beata Vergine Immacolata, adiacente all’area dove sorgerà la struttura e dove un tempo si trovava la sede della Misericordia.

A spiegare la necessità di una nuova casa di accoglienza è lo “Studio sui migranti sanitari“ realizzato da Emg Different. Ogni anno sono infatti circa un milione i cittadini del Sud e delle Isole che scelgono di curarsi in un’altra regione, alla ricerca di una migliore offerta sanitaria. Di questi, il 32% confluisce in Lombardia, seconda destinazione dopo il Lazio. Il tutto con un impatto economico importante: il 60% degli intervistati denuncia costi elevati per spostamenti e alloggi, mentre il 49% chiede un supporto psicologico.

La crescita del fenomeno è connessa anche allo sviluppo di "terapie avanzate che richiedono strutture altamente qualificate, concentrate in Lombardia", aggiunge Fabio Ciceri, primario dell’unità di Oncoematologia dell’Ospedale San Raffaele. Ed è proprio la vicinanza al prestigioso centro di cura a rendere Segrate particolarmente esposta alle migrazioni sanitarie. "Tante persone cercano sistemazioni nei pressi dell’ospedale, e infatti la città è piena di B&B", racconta il sindaco Paolo Micheli.

Di qui l’urgenza di una nuova struttura di accoglienza, che si estenderà su quattro piani e avrà una superficie di 3mila metri quadri. Potrà ospitare fino a 80 persone al giorno – pazienti e familiari – in 21 stanze e miniappartamenti. A questi si aggiungono una palestra per la riabilitazione, uno spazio per i bambini, un giardino pensile, ma anche una sala riunioni, un auditorium e un’area comune su ogni piano, composta da sala e cucina. "Il 30% della superficie sarà occupato da spazi di interazione", precisa l’architetto Luca Salmoiraghi. "Vogliamo favorire l’incontro di malati, parenti, servizi socio-assistenziali e cittadinanza".

L’inaugurazione è prevista per il 2026, con un ritardo che i promotori riconducono anzitutto alla pandemia. Mancano alcuni passaggi istituzionali, ma "credo che entro fine anno partirà il cantiere", commenta l’architetto. "Il tempo di realizzazione previsto è di 18-24 mesi, ma dipende anche dalle donazioni". E infatti, oltre ai finanziamenti delle fondazioni, la struttura nascerà con il contributo di cittadini e aziende, che possono aderire al programma di raccolta fondi. "Ottimisticamente il budget sarà sui 3.5 milioni di euro", commenta Stefano Vedani, presidente del Consiglio direttivo di CasAmica e figlio della fondatrice dell’onlus. Ed è proprio lei, Lucia Cagnacci Vedani, a chiudere la presentazione del progetto: "Sono quarant’anni che porto avanti questa bandiera, anni di impegno e passione. Perché non c’è gioia più grande al mondo che poter offrire un sorriso a una persona che soffre".