
Gennaro Speria con la croce in legno che fu benedetta da Papa Francesco cinque anni fa
Centinaia di chilometri a piedi per portare l’ultimo saluto a Papa Francesco. I ragazzi di Area 51 sono tornati a Roma per riportare in piazza quella croce in legno da 40 chili, divenuta simbolo della loro rinascita. Una croce che Gennaro Speria, cinque anni fa, ad aprile, portò per la prima volta a Roma a piedi, sulle spalle, percorrendo circa 600 chilometri. Una volta arrivato in piazza San Pietro, fu firmata e benedetta da papa Francesco. Per cinque anni è rimasta esposta nel capannone dove ha sede Area 51, il centro in cui ogni giorno vengono distribuiti pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà. La mattina in cui è stata data la notizia della morte del Papa, la croce è stata staccata dal muro e preparata per il nuovo viaggio verso il Vaticano. "È stato un dolore dare l’ultimo saluto a Papa Francesco - racconta Gennaro Speria -. Abbiamo passato una notte all’addiaccio. Quando siamo arrivati alle mura del Vaticano, ci siamo trovati insieme a migliaia di persone accampate a terra, e lo abbiamo fatto anche noi. C’erano tanti bambini abbracciati alle loro mamme e ai loro papà, perché faceva freddo. Ci siamo trovati nel mezzo della gente che amava il Papa: gli ultimi per alcuni, i primi per lui. Questa volta, per portare la croce, mi hanno dato una mano Totò e anche Mimmo, un fratello musulmano venuto a rendere omaggio a un grande uomo". "Il Papa era uno che amava gli ultimi, la gente di strada - continua Genny -. Ora non sappiamo chi ci sarà dopo. Poco importa. Noi, grazie a papa Francesco, abbiamo rafforzato la fede e la porteremo sempre con noi". I ragazzi di Area 51 fanno parte di quel popolo che papa Francesco ha sempre amato: "Ci ha insegnato a essere belli e ricchi dentro, a non curarci solo dell’apparenza, del vestito che ci copre". A Roma, la comunità rozzanese era presente anche grazie alla partecipazione della comunità cattolica guidata da don Luigi Scarlino, arrivato assieme a decine di giovani.