Cusano Milanino (Milano), 8 novembre 2023 - Processo sospeso per l'ammissione ad un programma di giustizia riparativa per Lorenzo D'Errico, il 38enne che ha ucciso a martellate nel dicembre 2021 nella loro casa a Cusano Milanino il padre Carmine, 65 anni, pensionato vedovo e malato di un cancro incurabile e poi ne ha bruciato il cadavere in un capannone dismesso di Cerro Maggiore.
Lo hanno deciso i giudici della Corte di Assise di Monza, che hanno accolto la richiesta presentata dagli avvocati Romana Perin e Luigi Chirieleison di Varese, difensori dell'imputato di omicidio volontario aggravato e distruzione di cadavere e ancora detenuto in carcere. Il percorso di giustizia riparativa è stato previsto dalla riforma Cartabia e prevede una riconciliazione con le vittime del reato, in questo caso con i tre zii fratelli di Carmine D'Errico, o comunque con il tessuto sociale e, se portato a termine, comporta uno sconto sulla pena. Lorenzo D'Errico ha già rinunciato all'eredità e firmato una transazione a favore dei familiari del padre che, convocati in aula, hanno sostenuto di non sentirsela per ora di partecipare a questo progetto insieme al nipote.
"Sentiamo ancora la puzza del cadavere, non credo un recupero ci possa essere", ha dichiarato uno zio davanti alla Corte. "Lorenzo l'ho conosciuto adesso, anche con mio fratello non avevo rapporti, posso dire teoricamente che lo perdono, ma non posso dimenticare la modalità efferata con cui ha agito", sono le parole di un altro zio, mentre il terzo ha sostenuto che avevano "un rapporto solo formale e non mi sento ancora di decidere" se partecipare al progetto di giustizia riparativa.
I giudici hanno dato compito al Centro di giustizia riparativa di Milano di realizzare un programma che il 38enne dovrà seguire e che deve dare esito positivo. "Lo vedo come una possibilità di integrare il percorso di terapia che sto facendo, per smettere di cercare di fare da solo, che si vede quali sono stati i risultati e approfittare degli strumenti per redimermi in qualche modo", sostiene l'imputato.
Il 38enne è reo confesso dell'omicidio del genitore ed è stato sottoposto ad una perizia psichiatrica in incidente probatorio che ha concluso per una "personalità irrisolta" anche a causa di un'infanzia difficile, ma nessun vizio di mente che possa avere inciso sulla sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti. Lui sostiene di essere stato vittima di maltrattamenti ad opera del padre fin dall'infanzia e di averlo ucciso in un raptus di follia. Si torna in aula a giugno 2024.