LAURA LANA
Cronaca

Al Croci protesta di genitori e docenti: "Non vogliamo finire accorpati"

"Confluire nel “Gramsci“ vuol dire creare una maxi realtà da 1.700 alunni e 300 prof, senza garanzie". Paderno, tutti in campo per salvare l’identità e la continuità didattica dell’istituto. E la sindaca “apre“.

"Confluire nel “Gramsci“ vuol dire creare una maxi realtà da 1.700 alunni e 300 prof, senza garanzie". Paderno, tutti in campo per salvare l’identità e la continuità didattica dell’istituto. E la sindaca “apre“.

"Confluire nel “Gramsci“ vuol dire creare una maxi realtà da 1.700 alunni e 300 prof, senza garanzie". Paderno, tutti in campo per salvare l’identità e la continuità didattica dell’istituto. E la sindaca “apre“.

"Siamo qui a esprimere il nostro dissenso. Non accettiamo la proposta di accorpamento. Abbiamo la nostra identità e vogliamo salvare l’istituto Croci. Una scuola che è cresciuta negli anni e vuole continuare a essere quello che abbiamo costruito". Luciana Di Rienzo è una delle storiche docenti che ieri ha manifestato davanti al municipio, assieme a colleghi, genitori, bambini e Rsu. Con gli striscioni e intonando slogan come "Al dimensionamento noi diciamo no, all’istituto Croci fedele io sarò".

"Sono qui da vent’anni. Una fusione è controproducente per tutti. La nostra proposta è rivedere i carichi cercando di armonizzare i comprensivi. Piuttosto staccando singoli plessi e non scuole intere. Questo manterrebbe la storia degli istituti". Docenti e genitori non nascondono il calo degli iscritti. "È un dato oggettivo e il quartiere in futuro non avrà bambini in più. Tuttavia il nostro resta un no fermo e deciso perché confluire nell’istituto Gramsci significherebbe creare una maxi realtà da 1.700 alunni e 300 docenti. L’unica soluzione è ripensare alla distribuzione dei plessi – spiega il professor Uriel Calcagno –. C’è un problema di spostamenti, perdita di autonomia, anche nell’avere un nostro dirigente scolastico e una nostra segreteria. L’accorpamento è una scelta che va contro le famiglie di Calderara".

Gli ultimi anni hanno visto diverse assunzioni. "Si è creato un buon team che ha partecipato a bandi e rinnovato la scuola: in 8 anni si è trasformata. La fusione potrebbe compromettere anche la qualità". È il nodo sostanziale per i genitori. "Per me Gramsci sarebbe più comoda, ma non è un problema logistico. Io ho scelto Calderara, ho scelto quel progetto educativo – commenta Beatrice Postè –. Mio figlio è fiorito ed è solo alla materna. Esigo continuità didattica. Come potrebbe un macro istituto seguire le individualità? Come potrebbe farsi carico delle fragilità con 2mila persone? Già si fa fatica così".

Giuseppina Spinosa, nel doppio ruolo di docente e mamma del Croci: "Diventeremmo un grande istituto comprensivo con un’unica graduatoria anche per la docenza. Il rischio è di un rimescolamento e non garantire la continuità". La sindaca Anna Varisco, che è scesa in piazza e ha ricevuto in municipio una delegazione, ha accettato la proposta di aprire un tavolo tecnico con tutte le parti, da aprire entro il 16 luglio. "Da tre anni il Croci è sotto i 600 alunni e Città Metropolitana ha chiesto di procedere in questa direzione. Potrebbe esserci uno slittamento sugli accorpamenti per quest’anno: abbiamo tempo per trovare altre soluzioni".