MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Metamorfosi in dieci anni: "Ora la chiusura forzata ma la zona è un gioiello"

Il viavai di lavoratori, residenti e turisti non si ferma negli spazi accessibili. Sguardi all’insù, verso la scritta che vacilla. "Una fortuna non sia precipitata". Luci e ombre nel quartiere nato per Expo, con negozi, servizi e case di lusso.

Il viavai di lavoratori, residenti e turisti non si ferma negli spazi accessibili. Sguardi all’insù, verso la scritta che vacilla. "Una fortuna non sia precipitata". Luci e ombre nel quartiere nato per Expo, con negozi, servizi e case di lusso.

Il viavai di lavoratori, residenti e turisti non si ferma negli spazi accessibili. Sguardi all’insù, verso la scritta che vacilla. "Una fortuna non sia precipitata". Luci e ombre nel quartiere nato per Expo, con negozi, servizi e case di lusso.

Gli sguardi sono tutti rivolti all’insù, verso l’insegna della Generali inclinata. Il giorno dopo, ai piedi del grattacielo Hadid lo Storto restano transenne e nastri di plastica a bloccare il passaggio. Off limits anche i piani zero e uno del CityLife Shopping district, così come negozi e ristoranti della piazza. Via libera solo nella porzione alle spalle del Palazzo delle Scintille, dove si trovano il supermercato e alcuni negozi. Accessibile pure il parco e gli ingressi degli altri due grattacieli, il Dritto di Isozaki e il Curvo di Libeskind. E all’ora di pranzo riapre la stazione della metropolitana Tre Torri. Il viavai di lavoratori, residenti, turisti e cittadini di passaggio non si ferma in questo luogo che un tempo ospitava la vecchia Fiera e che ora, con i suoi palazzoni iconici, le residenze di lusso e l’area commerciale che ospita anche un cinema multisala, sta vivendo la sua metamorfosi. "I lati positivi? è ben collegato con tutto, ci sono la metropolitana, il parco, i negozi, il centro commerciale. Quelli negativi: è sempre affollato", dice Beatrice Galli, lavoratrice.

Nata nel 2015 con l’Expo, CityLife è nota anche per essere stata scelta da tanti personaggi famosi come “casa“: questo quartiere esclusivo, di lusso, in cui il prezzo degli immobili oscilla tra i 7mila e i 14mila euro al metro quadro a seconda di tipologia, posizione e caratteristiche, è stato dimora dei Ferragnez, i quali avevano scelto un attico diventato poi casa dell’attaccante dell’Inter Marcus Thuram. Tra i residenti pure i calciatori Lautaro Martinez, Nicolò Barella e Samir Handanovic. Ma non solo. "Io una volta ho incontrato Chiara Ferragni", continua Beatrice. "Io Nicolò Barella, tra i miei calciatori preferiti. Sogno di vedere anche Thuram: gli chiederò l’autografo e un selfie", fa sapere un ragazzino, interista, al parco insieme alla sua baby sitter. Nella giornata rovente, con picchi di 36 gradi, tanti cercano refrigerio all’ombra degli alberi. Sempre con gli occhi rivolti alla torre Hadid. "Questo pasticcio sarebbe potuto capitare ovunque. Io penso che un fatto del genere non rovinerà l’immagine di un quartiere così bello. Se fossi ricca, ci vivrei anche io", sottolinea Maria Miranda, originaria delle Filippine. L’insegna che ha vacillato resta al centro dei discorsi anche spostandosi verso l’ingresso dei grattacieli. "Io mi ricordo quando è stata montata: è arrivato un elicottero dalla Svizzera e ha continuato per due giorni a trasportare i pezzi. Ci vorrà molto tempo perché la situazione torni alla normalità" riflette Davide Pugliatti, che lavora da anni a CityLife e che lunedì è arrivato in piazza alle 6.50.

"Stavano recintando tutta l’area. Una fortuna che tutto quel blocco pesante decine di tonnellate non sia caduto da 192 metri". Noam Rubio, studente spagnolo di Psicologia, aggiunge che "questi grattacieli sembrano perfetti. Ma l’insegna storta ci mostra che qualcosa può sempre andare male. Io sono venuto a visitare questa zona perché non la conoscevo. Mi sembra tra le più belle di Milano, moderna ed elegante. Non so se ho scelto il giorno giusto...". Per Zala Shivani, turista polacca, a Milano con la sua famiglia, "un fatto del genere è molto grave e non dovrebbe succedere". Interviene anche Eloisa Osti, di passaggio a CityLife: "Questo quartiere è sicuramente un gioiello e resta tale. Io vivo in centro e trovo che qui ci sia molta più tranquillità e spazi verdi. Certo, il “caso insegna“ non ci voleva. Mi auguro che si individui presto la causa e che un fatto così non si ripeta". Tra i residenti c’è poi chi mette in evidenza "i due volti del quartiere: di giorno e di sera la situazione è diversa", sottolinea Laura Zampieri, ventunenne, che si è trasferita a Milano dalla Francia per studiare Medicina. "Questo è diventato un punto di riferimento anche per bande di ragazzi. A volte, rientrando la sera, non mi sento tranquilla. Ma non mi trasferirei mai".