Uccise il padre e poi gli dette fuoco Lorenzo D’Errico rinuncia all’eredità

Uccise il padre e poi gli dette fuoco  Lorenzo D’Errico rinuncia all’eredità

Uccise il padre e poi gli dette fuoco Lorenzo D’Errico rinuncia all’eredità

Ha rinunciato all’eredità e firmato una transazione a favore dei familiari del padre Carmine, 65 anni, il pensionato vedovo e malato di un cancro incurabile che lui ha ucciso a martellate nel dicembre 2021 nella loro casa a Cusano Milanino per poi bruciarne il cadavere in un capannone dismesso di Cerro Maggiore. A rivelarlo sono stati i difensori del 36enne Lorenzo D’Errico alla prima udienza del processo che si è tenuta ieri davanti alla Corte d’assise di Monza e che vede il giovane imputato di omicidio volontario aggravato e distruzione di cadavere.

Gli avvocati di D’Errico, ancora detenuto in carcere e presente ieri al dibattimento, hanno anche concordato con il sostituto procuratore monzese di produrre ai giudici tutti gli atti del processo, senza quindi la necessità di convocare inquirenti e testimoni, tranne gli esperti psichiatrici, che verranno sentiti nella prossima udienza fissata per il 21 giugno. Il 36enne, infatti, è reo confesso dell’omicidio del genitore ed è stato sottoposto a una perizia psichiatrica in incidente probatorio che ha concluso per una “personalità irrisolta”, anche a causa di un’infanzia difficile, ma nessun vizio di mente che possa avere inciso sulla sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti.

La decisione di sondare il suo stato mentale è venuta dopo il lungo interrogatorio del marzo 2022 in cui il giovane ha raccontato del rapporto teso col genitore che ha spezzato l’equilibrio già precario della loro convivenza a causa di presunti maltrattamenti subìti dal 36enne sin dalla sua infanzia. Una situazione che l’ha spinto ad ucciderlo in un “raptus di follia”. Un particolare che, se avallato dai giudici e unito al risarcimento dei danni, potrebbe valere all’imputato quantomeno una pena ridotta.