
Karin Jara, organizzatrice degli eventi estivi dedicati a Perù ed Ecuador "Abbiamo costruito un ponte. Queste comunità danno molto all’Italia".
L’altra faccia dell’integrazione dei latinoamericani, quella che promuove cultura. Karin Jara, giornalista italo-peruviana che quest’estate ha organizzato due eventi culturali con il mondo latino. Racconta le tappe del percorso e spiega come si costruisce integrazione con le comunità peruviana ed ecuadoriana, spesso citate nelle cronache per una minoranza di delinquenti, ma che danno molto a Milano. Jara è stata protagonista di due grandi eventi che hanno segnato l’estate 2025: il festival Perú Salsa All Star e la presentazione della gastronomia ecuadoriana a Palazzo Lombardia.
Quest’estate è stata promotrice di due eventi molto diversi tra loro, ma accomunati dalla stessa anima latinoamericana. Com’è nata l’idea?
"È stata un’esperienza unica. Per la prima volta in Europa, grazie a Rojas Events, è stato presentato un festival interamente dedicato alla salsa peruviana, con sette orchestre straordinarie. Madrid, Parigi, Milano, Barcellona, Valencia e Roma hanno ospitato concerti gremiti, con un pubblico non solo peruviano ma internazionale. È stato un modo per mostrare al mondo la vitalità della nostra musica e il valore degli artisti che portano avanti questa tradizione".
Cos’ha reso speciale questo festival rispetto ad altre iniziative musicali?
"La dimensione culturale. Non era solo musica: abbiamo portato danze tradizionali, gastronomia, i colori del Perù. È stata una vera festa nazionale che ha fatto sentire a casa migliaia di connazionali e ha permesso ad altri di scoprire la nostra cultura. È stata anche una risposta positiva a certe cronache che descrivono le comunità latinoamericane solo attraverso episodi negativi. La realtà è che diamo tanto, in termini di cultura, lavoro e partecipazione.
Sull’Ecuador di che esperienza si è trattato?
"Il 25 luglio, in occasione della Festa dell’Indipendenza dell’Ecuador, in collaborazione con il Console Generale Juan Carlos Castrillón, abbiamo organizzato una giornata dedicata alla sua gastronomia. Grazie al sostegno della Regione, del Consolato e all’instancabile lavoro di tanti amici, abbiamo potuto offrire showcooking, degustazioni e momenti culturali. La presenza del Presidente della Regione Attilio Fontana, del Console e di altri rappresentanti diplomatici sono stati un segnale importante. Abbiamo costruito un ponte culturale, riconoscendo il contributo delle comunità latinoamericane al tessuto sociale lombardo.
Guardando a entrambi gli eventi, qual è il messaggio che avete lasciato?
"Che la cultura è il terreno più fertile per l’integrazione. La musica e il cibo parlano a tutti, non hanno bisogno di traduzione. Attraverso queste esperienze, l’immagine delle comunità peruviane ed ecuadoriane diventa quella reale: comunità vive, creative, orgogliose delle proprie radici ma anche capaci di dare tanto alla Lombardia e all’Italia".
E per il futuro?
"Stiamo già pensando alle prossime edizioni del Festival del Ceviche. Tornerà il Festival Perú Salsa All Star e per l’Ecuador vogliamo creare un percorso che unisca gastronomia e turismo. La mia speranza è continuare a costruire spazi dove le culture si incontrano e si valorizzano, perché Milano e la Lombardia hanno bisogno di questo: di ponti, non di muri".