Andrea Elifani, morto nella Martesana: il ponte era corroso e nessuno se ne accorse

Chiusa l’inchiesta sulla tragedia avvenuta il 2 aprile 2021. Sono cinque gli indagati, tutti dipendenti del Comune. I pm: “In tre anni di controlli non fu percepita la rovina della struttura”

I rilievi sul luogo della tragedia; nel tondo, Andrea Elifani
I rilievi sul luogo della tragedia; nel tondo, Andrea Elifani

Milano, 3 novembre 2023 – Quella tragedia assurda potrebbe essere stata provocata dalla negligenza umana. Sono state chiuse le indagini sulla morte di Andrea Elifani, il quarantenne caduto nella Martesana dopo essersi appoggiato alla balaustra in ferro del Pont de pan fiss. La tragedia, che lasciò i familiari e i numerosi amici di Epo – così era soprannominato Elifani – sconvolti dal dolore e senza parole, si verificò il 2 aprile 2021.

Novità di questa fase è l’aumento di un’unità delle persone indagate, tutti dipendenti del Comune di Milano, che passano da quattro a cinque. L’accusa nei loro confronti è di omicidio colposo. 

Analisi impietosa

L’avviso di chiusura indagini – il fascicolo è coordinato dai pm Isabella Samek Lodovici e Maura Ripamonti – è arrivato una decina di giorni fa. Nel documento, come riportato dal Corriere della Sera, c'è il riferimento a un’annotazione di polizia giudiziaria, basata sulla consulenza tecnica di due ingegneri nominati dalla Procura, in cui si parla di “paralisi della manutenzione" non solo della passerella ma dei 500 ponti e sottopassi di competenza comunali.

La documentazione acquisita dai pm mostra che "si era creato un arretrato manutentivo per il mancato inserimento a bilancio per gli anni 2016-2017-2018 dei progetti relativi a ponti, barriere e armamenti tramviari con conseguente sostanziale paralisi della manutenzione di tutti i manufatti (sia ordinaria sia straordinaria) dovuta alla mancanza di appalti. Circostanza più volte segnalata dagli uffici, unita al deficit di risorse economiche ed umane".

Una scatola vuota

L'Unità Ponti, creata nel 2018 dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, è composta da solo cinque persone, con poco personale e al momento "di fatto non era noto quali e quanti fossero i ponti di competenza del Comune di Milano da manutenere". E loro stessi hanno testimoniato che da Palazzo Marino non hanno ricevuto "alcuna formazione".

E l'ufficio "risultava sfornito di qualsiasi tipo di strumentazione, anche elementare, idonea a effettuare anche basilari rilievi (binocolo, metro laser)".

Controlli sciatti

La passerella De Marchi era stata ispezionata tre volte fra il 2018 e il 2020 "senza che l'evidente fenomeno corrosivo in svariati punti della struttura" fosse stato "percepito e correttamente valorizzato come degno di intervento".

Per questo sono stati indagati tre addetti dell'unità ponti, il loro responsabile e il responsabile dell'area tecnica infrastrutture del Comune.

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