Cosa rischia Achille Costacurta per aver picchiato un vigile a Milano

Martedì sera il diciottenne, figlio di Billy e Martina Colombari, ha colpito un agente con un pugno ed è stato denunciato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale

Achille Costacurta in una foto pubblicata su Instagram

Achille Costacurta in una foto pubblicata su Instagram

Rischia grosso Achille Costacurta, il figlio di Billy e Martina Colombari, per aver dato un pugno a un vigile di Milano martedì sera. Il giovane, che ha 18 anni, è stato denunciato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, reati per i quali il Codice penale prevede una pena che va da sei mesi a cinque anni di carcere.

La sfuriata in taxi e il pugno

Martedì sera, dopo una serata a Milano, il diciottenne ha preso un taxi vicino a via Tortona, ma dopo qualche minuti di viaggio ha iniziato a manifestare agitazione e rabbia. Il tassista, spaventato, si è fermato e ha chiamato la polizia municipale dicendo che il giovane stava urlando cose senza senso danneggiando l’auto.

Quando i vigili sono arrivati sul posto, Costacurta era barricato nel taxi e non voleva uscire. Uno degli agenti è riuscito ad aprire la porta ma quando è uscito il ragazzo gli ha dato un pungo vicino all’occhio provocandogli una ferita. Nel pronto soccorso i medici hanno dato al vigile sette giorni di prognosi.

Cosa dice il Codice penale

Costacurta è stato denunciato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, due reati disciplinati rispettivamente dagli articoli 337 e 337 del Codice penali. Per entrambi è prevista una pena che va da sei mesi a cinque anni di carcere. In caso di flagranza, la legge autorizza facoltativamente anche l’arresto: martedì sera la polizia locali si è limitata a denunciarlo.

Questi reati sono procedibili d’ufficio: questo significa che la Procura di Milano dovrà iniziare un procedimento penale nei confronti del giovane anche contro la volontà della vittima, cioè il vigile colpito. Peraltro, questi reati prevedono la citazione diretta in giudizio: nel caso in cui il pubblico ministero che indaga sul reato decidesse di procedere contro Costacurta, non ci sarebbe alcuna udienza preliminare, ma si andrebbe direttamente al dibattimento in aula.