Bimbo cade a scuola, chiuso dal Comune il cortile “non a norma”: protesta dei genitori e petizione online

Milano, i 350 alunni dell’istituto comprensivo Diaz costretti a restare otto ore in classe “per negligenza di Palazzo Marino”. Le famiglie chiedono un intervento urgente

Dichiarato inagibile il cortile dell'istituto Comprensivo Diaz

Dichiarato inagibile il cortile dell'istituto Comprensivo Diaz

Radici degli alberi sporgenti, assenza del manto erboso, lamiere che fuoriescono dal terreno, panchine rotte, zone non delimitate dove è possibile cadere, sacchi dell’immondizia accatastati in un angolo. Ecco come appare oggi il cortile dell’Istituto comprensivo Diaz, di via Crocefisso, una delle scuole storiche del centro di Milano, e uno dei gioielli dal punto di vista della didattica ma non della vivibilità per i piccoli alunni, in tutto 350 bambini fra i 6 e i 10 anni, costretti a rimanere per 8 ore in classe a causa della negligenza dell’amministrazione comunale di Milano.

Da oltre 20 anni, come sottolineano le famiglie dei piccoli alunni, Palazzo Marino viene chiamato dalla dirigenza dell’Istituto a mettere in sicurezza il cortile interno, dichiarato inagibile dopo l’esposto della mamma di un bambino che è inciampato e ha battuto la testa. Da quell’esposto è arrivata la segnalazione all’ufficio scolastico regionale che ha portato alla decisione della dirigente vicaria di impedire ai piccoli alunni di sfruttare lo spazio esterno. A dicembre scorso l’ultima segnalazione della scuola all’ufficio parchi e giardini del Comune, che avrebbe dovuto mandare i suoi tecnici per analizzare il caso e stabilire come intervenire per il rifacimento. Ma dal Comune nessuna risposta.

Adesso è stato chiamato il perito interno all’Istituto, che ha evidenziato quello che tutti sapevano: il cortile è inagibile, perché non rispetta le norme di sicurezza. Per questo le famiglie hanno deciso di attivarsi lanciando una raccolta firme sul sito change.org, per chiedere la riapertura del cortile e l’intervento urgente del Comune. Inoltre è allo studio un progetto di ripristino, che sarebbe finanziato almeno in parte con i fondi della cassa genitori, da presentare all’amministrazione per garantire che i bambini possano uscire all’aperto nei prossimi mesi.  Gli alunni hanno firmato una lettera per chiedere che venga restituito loro il diritto di giocare. Il diritto di essere bambini.