Coronavirus, il sindaco Sala alla Regione: "Dia risposte su mascherine, tamponi e test"

E ribadisce: "Non è polemica, ma per il bene comune". Fontana: "Lombardia regione seria, servono riscontri scientifici"

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Frame video Facebook)

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Frame video Facebook)

Milano, 2 aprile 2020 - "Non voglio rischiare di essere polemico ma io e gli altri sindaci vogliamo capire l'indirizzo che prenderemo insieme nel confrontarci con questo virus". Con queste parole il sindaco di Milano Giuseppe Sala, nel quotidiano video messaggio su Facebook, riguardo alle "quattro domande" rivolte ieri con altri sei sindaci di capoluoghi lombardi al presidente della Regione Attilio Fontana.

Sala spiega i tre temi su cui si concentrano le domande: mascherine, tamponi, test sugli anticorpi. "Oggi i comuni ricevono pochissime mascherine. Milano ha dovuto andarsele a cercare in Cina e in altri paesi, e per il momento puo' anche stare bene. Ma chi deve fornire le mascherine? Il governo, la Regione, il governo tramite la Regione, e quando? Io spero che fra non molto potremmo uscire e a quel punto le mascherine saranno dannatamente importanti, e la disponibilita' delle mascherine deve essere un diritto".

Riguado ai tamponi, "hanno due livelli di utilita': verificare se una persona e' positiva e il fatto statistico". Sala ricorda "quanti tamponi sono stati fatti in Lombardia dal 27 marzo: 8.100, 6.600, 4.900, 3.700, 3.600, 6.800. Il numero dei contagi se non parametrato sul numero dei tamponi, dice quello che dice. E poi, questo virus colpisce piu' i maschi delle femmine, i tamponi a chi sono stati fatti, in che area della Lombardia? Chiediamo che il personale medico e soprattutto chi sta nelle residenze per anziani devono essere sottoposti a tampone". Infine, "il test sugli anticorpi permette di definire se una persona e' stata colpita dal virus magari inconsapevolmente e quindi per un certo periodo di tempo in buone. Questi test sono oggi gia' fatti in Veneto e in Emilia Romagna, in Lombardia ancora no, perche'? Per quanto tempo? Verranno fatti e con che modalita'? Noi vogliamo semplicemente capire questo e rivolgiamo queste domande alla Regione Lombardia perche' i nostri cittadini le rivolgono a noi, quindi non e' polemica ma e' il bene comune", conclude.

Fontana: "Guardiamo alla scienza, Sala fa polemica"

La risposta della Regione non si fa attendere. "Regione Lombardia è una istituzione seria. Che agisce solo ed esclusivamente sulla base di riscontri scientifici. Sul tema dei test 'rapidi' ho piu' volte ribadito che stiamo verificando il valore effettivo di queste procedure. Un modo di agire che necessita di un lasso di tempo tale da rendere i risultati solidi, a fronte delle molte perplessita' sollevate dalla comunita' scientifica. Infatti, sul mercato esistono molti tamponi inaffidabili che creano false speranze ai cittadini. Le nostre indagini sono in fase di conclusione e speriamo di avere una risposta nelle prossime ore. Agiremo solo nella direzione che ci indica la scienza e non sugli umori o le sparate di sindaci che non perdono l'occasione per fomentare la polemica. Sindaci ai quali nelle sedi istituzionali queste risposte sono state piu' volte date", afferma o in una nota il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

"Per quanto riguarda invece mascherine e gli altri presidi - aggiunge il governatore - siamo stati e continueremo ad essere i primi a segnalare il fatto che la Protezione civile nazionale, cui spetta il compito di gestire l'emergenza e garantire questi materiali, sia per buona parte inadempiente. Oltre a cio' la burocrazia di Roma ci impedisce di utilizzare le mascherine prodotte in Lombardia gia' ritenute conformi dal Politecnico di Milano". "Per le RSA - prosegue il governatore - valgono le stesse considerazioni con l'aggiunta che, voglio ricordare al sindaco Sala e agli altri, le stesse o sono private o 'comunali'. Noi, per quanto possibile, siamo intervenuti e interveniamo. Spero che anche i Comuni abbiano incalzato i gestori e il Governo per dotarli di quanto necessario per metterle in sicurezza. Queste cose i sindaci le conoscono da settimane. Fingono di ignorarle evidentemente per calcolo politico. Noi non possiamo perdere continuamente tempo e sottrarlo alla attivita' prioritaria che e' il contrasto al virus e la tutela della salute dei cittadini".

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