Coronavirus, Gallera: in Lombardia task force al completo

L'assessore regionale al Welfare; "Emanate indicazioni procedurali importanti per i medici di base e per gli specialisti ospedalieri". In campo tre laboratori e 17 reparti di malattie infettive

Virus cinese (foto Ansa)

Virus cinese (foto Ansa)

Milano, 30 gennaio 2020 - La Lombardia ha messo a punto la sua task force per l'allerta coronovirus in Cina. A spiegarlo è l'assessore regionale al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, che ne spiega funzionamento e finalità. "La task force per riconoscere e affrontare eventuali casi di Coronavirus in Lombardia è al completo - ha speugato Gallera - con tre laboratori dove trasmettere i campioni da analizzare e 17 reparti di malattie infettive di riferimento. Abbiamo nelle scorse ore emanato alcune indicazioni procedurali importanti per i medici di base e per gli specialisti ospedalieri, in costante raccordo con il Ministero della Salute". 

Nella diagnosi di caso sospetto  - sottolinea l'assessore regionale - "è fondamentale porre attenzione ai tempi di riferimento dei viaggi e alle frequentazioni a rischio di contagio  prendendo in considerazione gli ultimi 14 giorni dall'esordio dei sintomi". "I medici (di Asst, Irccs, case di cura accreditate, ospedali classificati, medici di famiglia, etc) per i pazienti che rientrano nella definizione di caso sospetto - aggiunge l'assessore - devono segnalare il caso all'Ats di competenza e attraverso procedure informatiche specifiche, gestendo il paziente in stretto raccordo con i referenti delle 'malattie infettive'. A sua volta, Regione Lombardia inserisce i flussi di dati nel sistema nazionale con particolare attenzione su: data di partenza del caso sospetto dalla Cina secondo gli aggiornamenti epidemiologici più recenti; volo di ritorno in Italia (o compagnia aerea e itinerario) e aeroporto arrivo; contatto telefonico del paziente o del medico curante; laboratorio di riferimento a cui è stato inviato il campione biologico. 

Sempre sul fronte misure di prevenzione, oggi è intervenuto il presidente di Avis Lombardia"Non sono state documentate trasmissioni mediante la trasfusione di emocomponenti e non è noto alcun rischio di trasmissione trasfusionale - ha detto Oscar Bianchi -. ma in linea con le indicazioni dell'Oms abbiamo rafforzato le misure di sorveglianza anamnestica sul donatore di sangue, applicando una sospensione temporanea di 21 giorni dal rientro per tutti i donatori che abbiano soggiornato nelle aree interessate". 

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