
Herve Falciani
Milano, 14 febbraio 2015 - Le vecchie dinastie del mattone accanto alle nuove, i grandi nomi del pret-à-porter accanto al re dei panzerotti pret-à-manger, l’ex rettore della Bocconi e l’avvocato d’affari, i gioiellieri di Monte Napoleone accanto all’ex direttore dell’Autodromo di Monza, nomi che riemergono dalla stagione di Tangentopoli e nomi dello spettacolo che stagioni non sembrano conoscere. C’è tutta la Milano che ci si immagina nella lista Falciani, quella che include i 7.499 italiani con conti correnti domiciliati in Svizzera, alla banca Hsbc di Ginevra. Conti a più zeri, conti che nel complesso valgono 6,8 miliardi di euro, come riportato da L’Espresso. Nulla di illegale, a patto che i patrimoni portati all’estero siano indicati nella dichiarazione dei redditi. “Solo“ 190 gli indagati, mentre 1.264 dei 7499 italiani d’oro hanno provveduto a regolarizzare la propria posizione nel 2009 per effetto dello scudo fiscale varato dall’allora ministro Giulio Tremonti. Ciò premesso, c’è una lista nella lista, quella che include i milanesi di Svizzera, ben rappresentati.
Uno in fila all’altro ci sono i costruttori che hanno fatto la storia della città: si parte dagli eredi del defunto Bruno De Mico, conto record di 540 milioni di euro, per passare a Luigi Zunino (il suo conto risulta esser stato chiuso nel 2002) finendo con Manfredi Catella (922mila dollari fino al 2007), presidente di Hines Italia, la società immobiliare che ha in carico il quartiere Porta Nuova. Verticale, come il noto Bosco, la caduta nella Milano da bere, quella di Tangentopoli. Proprio De Mico passò alle cronache come il primo pentito di quel sistema, effetto delle dichiarazioni rese nel 1988, quattro anni prima che esplodesse l’inchiesta del pool Mani Pulite. Poi Silvano Larini (1,9 milioni nella banca ginevrina fino al 2006), l’architetto socialista che nel 1993 confessò ai magistrati di aver fatto da prestanome dei conti svizzeri delle tangenti di Craxi. Nella lista Falciani anche Luigi Luini, un nome che a Milano significa «panzerotti»: 250mila i dollari affidati alla Hsbc fino al 2007. Quindi i fratelli Claudio e Alberto Pederzani, gioiellieri di via Monte Napoleone con 10,3 milioni depositati a Ginevra. Accanto all’avvocato d’affari Alberto Ledda (402mila dollari) e al finanziere Guido Maria Brera, ecco l’ex rettore dell’Università Bocconi, Luigi Guatri. Ben rappresentate le passerelle dell’alta moda (lo stilista Roberto Cavalli vanta 1,7 milioni di dollari a Ginevra), in pista verso la Svizzera anche l’ex direttore dell’Autodromo di Monza, Enrico Ferrari. Infine Renato Mannheimer, sondaggista tra i più in voga sul piccolo schermo, e una star che ha calcato mille onorati palchi, la cantante Ornella Vanoni.
giambattista.anastasio@ilgiorno.net