
Bersi del Pd: "Con una pec del 31 dicembre scopriamo che il provvedimento risale al 10" .
È arrivato il decreto di scioglimento del consiglio comunale datato 10 dicembre e firmato dal Presidente della Repubblica Mattarella. È arrivato nei giorni scorsi in Comune e via Pec è stato spedito a tutti i consiglieri in data 31 dicembre. Un atto atteso e previsto, dopo la morte del sindaco Gianni Ferretti per poter andare alle prossime elezioni amministrative che si terranno in primavera. L’opposizione del Pd ritiene però che gli atti approvati dopo la firma del decreto siano da annullare in quanto il consiglio comunale era stato sciolto. Ovviamente è nata una querelle.
"Con una pec della segreteria comunale del 31 dicembre, scopriamo che il consiglio comunale è sciolto per decreto del Presidente della Repubblica dal 10 dicembre - spiega Oscar Bersi (nella foto), segretario del Pd locale -. Dopo il commissario straordinario inviato dal governo per il Caivano bis, che ha incluso Rozzano, unico Comune del nord Italia, arriva lo scioglimento del consiglio comunale. O meglio lo scioglimento è arrivato prima del commissario e ci chiediamo con quale legittimitá abbiano convocato gli ultimi due consigli comunali e approvato il Bilancio 2025/2027".
Una polemica alla quale risponde la vicesindaca Laura Guido. "Il decreto del Presidente della Repubblica rappresenta un passaggio obbligato e fondamentale per garantire la continuità amministrativa delle istituzioni locali, come stabilito dall’articolo 53, comma 1, del Decreto Legislativo 267/2000 - sottolinea la vicesindaca -. Questo provvedimento assicura che le attività della giunta e del consiglio comunale possano proseguire regolarmente fino allo svolgimento delle prossime elezioni. Restiamo a disposizione per far comprendere la legittimità degli atti e dei consigli comunali effettuati, come previsto dalla normativa vigente. La nostra priorità è tutelare il funzionamento della macchina amministrativa e rispondere alle esigenze della comunità".
Insomma, per l’opposizione i consigli comunali non sono validi, per la maggioranza è tutto regolare. Una querelle che infiamma la vita politica e apre di fatto la campagna elettorale per scegliere il futuro sindaco di Rozzano. E la tensione è già palpabile in entrambe i principali schieramenti politici.