Conservatorio, mazzette nella culla del belcanto e amore dei cinesi: "Non deve accadere"

L’80% degli stranieri arriva dal colosso asiatico. "Noi, parte lesa. Rafforzeremo le procedure di garanzia"

L’inaugurazione dell’anno accademico al conservatorio

L’inaugurazione dell’anno accademico al conservatorio

Milano, 10 febbraio 2023 -  "Il Conservatorio di Milano è parte lesa in questa vicenda ed è al fianco della magistratura per appurare i fatti": con una nota condivisa, il presidente Raffaello Vignali e il direttore Massimiliano Baggio (in carica dal 2 novembre) annunciano che "il Conservatorio Giuseppe Verdi intende costituirsi parte civile" se si andrà a processo e "se le indagini in corso dovessero confermare le ipotesi degli inquirenti", ovvero che alcuni docenti si sarebbero fatti pagare dai candidati (in denaro e non solo) per superare l’esame di ammissione ai corsi accademici di canto.

"Abbiamo già fornito agli inquirenti i materiali relativi agli esami di ammissione e continueremo a fornire la più completa collaborazione – sottolineano Vignali e Baggio –. Seguiremo lo sviluppo delle indagini e valuteremo tutte le eventuali azioni a tutela della nostra Istituzione". Che, solo nell’ultimo anno, contava oltre 1.400 aspiranti studenti in arrivo da tutto il mondo per contendersi i circa 500 posti che si erano liberati col turnover e per seguire le lezioni impartite dai suoi 244 prof in organico (molti di fama internazionale), ai quali si aggiungono i docenti a contratto.

"Rafforzeremo in ogni caso da subito anche le procedure interne atte a prevenire tali fenomeni, sia in fase di ammissione che di valutazione degli studenti delle discipline a rischio di comportamenti scorretti": la promessa, anche in vista delle prossime prove di ammissione per i cento corsi di studi, che solitamente iniziano in tarda primavera. La competizione, infatti, si fa sempre più ardua: lo dicono i numeri e la determinazione di chi parte pure dall’Estremo Oriente per le selezioni. Cinque anni fa si contavano tra le 600 e le 700 domande di iscrizione, in piena pandemia sono raddoppiate e continuano a lievitare.

Tra gli stranieri - 253 su una popolazione di 1.650 studenti - circa l’80 per cento arriva dalla Cina. Puntano alla patria del belcanto: ancor più dei corsi di pianoforte e degli altri strumenti, infatti, è il corso di canto il più ambito dagli studenti cinesi. Che si sobbarcano le spese di viaggio per affrontare la prova di ammissione e che cercano casa in una Milano sempre più universitaria e che continua a richiamare per i suoi simboli - Scala e Conservatorio, in primis - ma che non è a portata di tutte le tasche. "Siamo una rete di formazione importante e la cultura italiana, musicale soprattutto, interessa ancora tanto, viene riconosciuta", aveva ricordato il direttore Massimiliano Baggio il giorno della nomina, spiegando l’attrattività della città di Milano e del più grande istituto di formazione musicale in Italia.

 

 

 

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