Cerro al Lambro (Milano) – Il maxi sequestro d’urgenza di oltre 41 milioni di euro a Chiapparoli Spa (11 milioni) e Consorzio Sal (30 milioni) è stato confermato oggi dal gip di Milano Domenico Santoro. Il sequestro del 30 gennaio scorso era stato disposto dal pm Paolo Storari nell'inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf con al centro uno “schema di intermediazione illecita di manodopera” nelle società che si occupano di logistica farmaceutica.
In particolare dagli accertamenti è emerso che in cambio della “assunzione diretta” da parte della Chiapparoli Logistica spa, “circa 500” lavoratori, la scorsa estate, sarebbero stati costretti a firmare una “rinuncia espressa” al “credito per il Tfr maturato negli anni precedenti, durante i quali i 'formali’ datori di lavoro” erano le “diverse società 'serbatoio’” usate nei rapporti di lavoro dalla spa.
L'inchiesta, come altre portate avanti dal pm Storari e dalla Gdf, vede al centro, infatti, rapporti di lavoro con la società committente "schermati” da società “filtro”, che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società “serbatoio”), che “hanno sistematicamente omesso il versamento dell'Iva” e “degli oneri di natura previdenziale e assistenziale” per i lavoratori. Il giudice con un'ordinanza di quasi 60 pagine accoglie la tesi investigativa della Procura e segnala anche quelle “anomalie” dei “verbali di conciliazione sindacale” attraverso i quali i lavoratori dovevano accettare una “clausola” di rinuncia al Tfr pregresso per essere assunti. Firmando quella clausola prendevano, poi, una “una tantum” di 100 o 250 euro. Su questo aspetto specifico di un presunto ricatto ai lavoratori la Procura sta continuando ad indagare.