ANDREA GIANNI
Cronaca

A Colturano la roggia dei veleni, acque grigie e puzzolenti. Le analisi rivelano: “Cromo e nichel oltre i limiti”

I risultati delle analisi e l’allarme degli ambientalisti: "Gli inquinanti non solo nelle acque, ma anche nei campi che vengono irrigati”. Scatta l’ennesima diffida: basta inerzia

La roggia Colturana

La roggia Colturana

Colturano (Milano) – Dai campioni analizzati nel laboratorio sono emersi "valori nelle acque, nei fanghi e nei terreni di nichel e cromo superiori ai limiti consentiti dalla vigente normativa". Una "tipologia di inquinamento" che non si può ricondurre a scarichi domestici ma piuttosto "alle produzioni artigianali e industriali" e a sversamenti che dal polo produttivo di via delle Industrie avrebbero contaminato anche i terreni agricoli adiacenti alla roggia Colturana, attualmente coltivati.

Una situazione allarmante emersa dai risultati delle analisi, nel centro specializzato LabAnalysis, sui campioni prelevati lo scorso 7 novembre alla presenza, in qualità di pubblici ufficiali, delle Guardie ecologiche volontarie. Le associazioni ambientaliste Wwf Martesana Sud Milano, Legambiente Lombardia e Associazione Parco Agricolo Sud Milano esprimono quindi "profonda preoccupazione per la situazione ambientale e sanitaria", denunciando che e "a tre anni dalle nostre prime segnalazioni, non è stato avviato alcun procedimento per la caratterizzazione e bonifica dell’area inquinata", di proprietà degli Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio.

È l’ultimo capitolo di una battaglia che si trascina da tempo - tra diffide, esposti alla magistratura, indagini e ricorsi amministrativi - dopo che è esploso il problema degli scarichi nel canale e dei conseguenti rischi per la salute. Sulla base dei risultati delle analisi, l’avvocata Veronica Dini, per conto delle associazioni ambientaliste, ha inviato il 3 febbraio una diffida al Comune di Colturano, alla Città metropolitana e agli Istituti chiedendo di "attivarsi ciascuno per quanto di sua competenza" perché "in assenza di tempestivo intervento potranno verificarsi danni per quanto riguarda lo stato di salute, dell’ambiente, delle colture e degli abitanti delle zone vicinali". Arpa rileva infatti che "a fronte di quanto rilevato in sede di sopralluogo si ipotizza che gli scarichi di una o più utenze della zona industriale di via delle Industrie possano essere collegati al cavo tombinato invece che alla pubblica fognatura". Le acque, rilevano le Guardie ecologiche volontarie, restano "grigiastre e maleodoranti", e l’allarme non si può ignorare "pensando che quelle acque sono servono ad irrigare i campi adiacenti", coltivati a mais.