LAURA LANA
Cronaca

Cologno Monzese, i dipendenti di Siae in corteo contro i tagli. Appello al Governo

Il prossimo round il 18 gennaio in commissione regionale con il tavolo urgente richiesto dai sindacati: “Questa azienda ha ancora mercato, vogliamo un piano di rilancio”

Cologno Monzese, 14 dicembre 2023 – “Siamo uomini e donne che vogliono solo continuare a lavorare in Siae. Non animali da soma”. Dietro le bandiere della Fiom e della Cgil, i dipendenti di Siae Microelettronica e della controllata SM Optics hanno manifestato oggi, giovedì 14 aprile.

Uno scatto dalla manifestazione
Uno scatto dalla manifestazione

Dalla sede di via Buonarroti sono arrivati in corteo fino a Villa Casati, dove sono stati accolti dal sindaco Stefano Zanelli, dall’assessore alle Attività Produttive Andrea Arosio e dal presidente del consiglio comunale Giovanni Cocciro. “Uno sciopero doveroso, un atto di dignità, per rendere di pubblico dominio quanto è accaduto. Ci mobilitiamo dopo essere stati aggrediti e presi in giro platealmente dalla famiglia Mascetti, proprietaria del gruppo”, ha spiegato al megafono Giorgio Pontarollo della Fiom Milano prima di guidare la sfilata per le vie di Cologno Monzese.

Raffica di accuse

“La proprietà ha tradito tutti gli annunci. Hanno parlato di un piano di rilancio, che prevedeva la tenuta e la valorizzazione di tutti dipendenti e invece ci troviamo all’alba di una pesante ristrutturazione. Con spirito di responsabilità, abbiamo provato a far restare competitiva l’azienda, ma loro hanno usato il passaggio in commissione regionale per altri scopi, per annunci pubblicitari”.

Anche il clima è cambiato nel polo di telecomunicazioni di via Buonarroti, dove lavorano quasi 800 addetti tra Siae e SM. “Quando avevano bisogno di noi ci chiamavano per nome, ora siamo elementi di costo. È in atto un’arrogante spersonalizzazione delle figure”.

I nodi al pettine sono tanti a partire dal timore di una dismissione del reparto produttivo, che “metterebbe a rischio strutturalmente tutto il sito di Cologno”. Due anni di ritardo del fondo Cometa, “che rende non disponibile di fatto il Tfr”, da 4 mesi l’erogazione in ritardo degli stipendi (a oggi solo una parte di lavoratori lo ha ricevuto), “hanno anche dimenticato di versare il fondo integrativo salute con prestazioni che i dipendenti hanno scoperto di dover pagare di tasca loro per inadempienza dell’azienda”.

Una triste eredità

Nei giorni scorsi i vertici hanno parlato della possibilità di dichiarare fino a 140 esuberi. Eppure le commesse ci sono e le risorse pubbliche di questi anni sono state ingenti. “Oggi ci troviamo a scontare il fallimento di scelte industriali strategiche – denuncia Pontarollo - L’azienda non è stata in grado di mettere in atto l’integrazione tra Siae e Sm per aggredire i mercati superiori con l’offerta di un prodotto completo, progetto supportato con decine di milioni da Regione. Resta però in regalo lo scheletro in cemento armato di un capannone mai finito e mai usato”.

I dipendenti sono pronti anche a mobilitarsi a oltranza. “Noi vogliamo lavorare e vogliamo continuare a farlo in Siae – commenta Mauro Piersante -. Non siamo animali da soma ma uomini e donne. Abbiamo fatto crescere l’azienda e neanche ci hanno incontrato direttamente. L’ultimo stipendio è stato versato solo in Siae e la 13esima è attesa per sabato 23 dicembre. Ci crediamo? Non è Natale anche per noi?”.

Richiesta d'intervento

Il 18 gennaio si torna in commissione regionale, ma si cerca il coinvolgimento anche del ministero. “Il Governo ha responsabilità anche per le risorse pubbliche tirate fuori e il settore strategico delle telecomunicazioni. Questa vertenza non ha carattere solo regionale ma deve diventare nazionale – sottolinea Antonio Castagnoni della Fiom Lombardia -. Non siamo davanti a una società decotta che non ha mercato. E non siamo davanti a un imprenditore ma a un predatore per quello che non è stato fatto ieri e che si sta facendo ora. Il rilancio non si fa tagliando sul personale e non pagando i dipendenti, ma con investimenti sulle persone e sulle competenze”.

C’è poi la crisi dentro la crisi con la controllata SM Optics, che impiega 230 addetti (da mesi in cassa integrazione) e che è stata messa in vendita. “C’è l’interessamento di un gruppo francese, la partita è ancora in corso. Abbiamo informazioni frammentarie e senza un arco temporale certo – spiegano la delegata Elena Pozzoli e il dipendente Mario Bresciani -. Ci è stato detto che questa azienda straniera vorrebbe investire ed è interessata al polo colognese. Noi ovviamente lo speriamo, ma vogliamo chiarezza e trasparenza da parte dei vertici di Siae e una comunicazione che fino a oggi è mancata”.