ANDREA GIANNI
Cronaca

Impero del cohousing in crisi, famiglie nel limbo

NewCoh e Srl collegate a rischio crac, caparre per un milione per il progetto Urban Village Navigli

Il rendering del progetto di riqualificazione in via Pestalozzi 18

Il sogno del cohousing finisce in Tribunale, con una galassia di società in crisi e famiglie che sperano nell’arrivo di un investitore in grado di salvare il progetto sul quale hanno puntato i loro risparmi e sbrogliare una matassa intricata. Lo scorso dicembre la società Urban Village Navigli, che nel 2017 aveva presentato come "una delle più grandi operazioni di cohousing nel mondo" la riqualificazione mai partita dell’area di via Pestalozzi 18, aveva chiesto il concordato preventivo, procedura che consente di presentare un piano di rientro dai debiti e trovare un accordo con i creditori per evitare il fallimento. L’ambizioso progetto si era infatti fermato alla fase della raccolta delle caparre da parte dei 30 futuri abitanti di uno stabile sulla carta ipertecnologico, a bassissimo impatto energetico e con spazi e servizi condivisi che in realtà dopo tre anni e mezzo non ha ancora visto partire i lavori. Ad aprile ha chiesto il concordato preventivo anche il colosso dietro l’operazione, la NewCoh Srl, società promotrice anche del portale cohousing.it che intorno al tema della vita in condivisione ha riunito una community formata da decine di migliaia di persone in Italia. Il Tribunale di Milano, rilevando "la sussistenza del presupposto soggettivo di fallibilità e quello oggettivo della ricorrenza di uno stato di crisi" ha nominato un commissario giudiziale e ha concesso alla società tempo fino al 28 giugno per presentare un piano. Un’analoga procedura pre-fallimentare riguarda anche la Coventidue Srl, un’altra società della galassia, che gestisce un grande progetto di cohousing con 60 appartamenti nell’edificio liberty in corso XXII Marzo 22.

Lo scenario è una situazione di dissesto finanziario per società nate per importare a Milano un modello molto diffuso nel Nord Europa, sull’onda di una filosofia di vita legata alla condivisione di spazi e risorse. In gioco ci sono però i risparmi delle 30 famiglie che nell’ottobre 2018 hanno già versato la caparra per gli appartamenti nel complesso Urban Village Navigli, che si sono rivolte allo studio legale Pedersoli per far valere i loro diritti. Ogni futuro acquirente ha pagato circa 35mila euro, in tutto oltre un milione di euro incassato dalla Srl che avrebbe dovuto acquistare l’area all’epoca di proprietà del Fondo Scoiattolo di Bnp Paribas e avviare i lavori. Dopo lunghe attese e richieste di chiarimento andate a vuoto, con in mezzo anche la pandemia, lo studio legale ha chiesto il fallimento della società, rompendo una situazione di stallo. Il primo effetto è stato la richiesta di concordato preventivo presentata a dicembre dalla Urban Village Navigli, seguita ad aprile da NewCoh e Coventidue: i creditori attendono la presentazione del piano, che dovrà essere votato. "Crediamo ancora nel progetto – è la posizione delle famiglie – e la soluzione migliore sarebbe l’arrivo di un investitore in grado di rilanciarlo e mandarlo in porto". Altrimenti il rischio è quello di rimanere a mani vuote o di dover attendere anni per recuperare i soldi già versati. La posta in gioco è un’area in una posizione di pregio, a pochi passi dal Naviglio Grande, che attende solo di essere riqualificata.