
Marco Cutrona, residente a Cinisello Balsamo (Milano), investito e ucciso a 20 anni sul monopattino
Milano – Marco Cutrona stava andando a lavoro. Se n’era scelto uno duro, per la fatica e gli orari: quello di panettiere. Sveglia alle 3 e dritto al forno Lisandri di via Fiamma, dov’era stato assunto nel giugno del 2023. “Monopattino e caschetto glieli avevamo regalati noi – dice commosso il titolare Simone – ma se li era ripagati con il sudore: veniva alle 4 perché voleva imparare più cose possibile della nostra professione, era un ragazzo volenteroso. Un ragazzo raro, straordinario”.
Era, sì. Il ventenne, nativo di Cinisello Balsamo e residente in zona Portello a Milano con mamma e nonno di origini bulgare, è morto nella notte proprio mentre stava guidando il monopattino in corso Sempione, con la protezione per la testa regolarmente indossata. All’incrocio con via Canova, a due passi dall’Arco della Pace, Marco ha attraversato la strada sulla corsia ciclabile che termina sul marciapiedi opposto.
In quel momento, qualche minuto prima delle 3.30, è piombata ad alta velocità l’Audi TT guidata dal cinquantenne Vincenzo L., originario della provincia di Foggia ma da tempo residente a Como. Il semaforo era lampeggiante, ma i primi rilievi dei ghisa del Radiomobile, guidati dal comandante Gianluca Mirabelli, dicono che il conducente non ha rallentato per accertarsi che non stesse arrivando nessuno.

L’impatto è stato inevitabile quanto devastante: il ragazzo è stato sbalzato a una ventina di metri di distanza, contro lo spartitraffico all’angolo con via Melzi d’Eril; la macchina ha terminato la sua corsa più o meno nello stesso punto. I soccorsi sono stati immediati, ma per il ventenne non c’è stato niente da fare: è deceduto subito dopo il ricovero al Niguarda. L’etilometro ha certificato che il cinquantenne era ubriaco al volante: il primo test ha dato un esito di 1,28 grammi di etanolo per litro di sangue, a fronte di un limite massimo consentito dalla legge di 0,50. Più del doppio.
Un valore nettamente superiore anche alla soglia di 0,80, oltre la quale la guida in stato di ebbrezza diventa un reato. E pure un’aggravante nell’inchiesta per omicidio stradale aperta dal pm di turno Cristian Barilli, che ha disposto l’autopsia e il sequestro dei due veicoli e del caschetto. Marco è morto al penultimo giorno di lavoro: dopo il weekend di riposo, sarebbe partito per la Bulgaria con la mamma per un periodo di vacanza.
Chi l’ha conosciuto al centro di formazione professionale Ciofs di Cinisello Balsamo (dove abita il padre del ventenne) ne ricorda i periodi difficili dell’adolescenza, superati proprio grazie alla passione per il lavoro che sognava di fare e a una ritrovata serenità: “Stava vivendo il periodo più sereno della sua vita”, dice in lacrime al telefono un’ex insegnante che l’aveva incontrato qualche giorno fa.