
Un centro massaggi cinese
Milano, 22 giugno 2018 - A seguito di segnalazioni pervenute nel mese di aprile circa un forte via vai all'interno del centro massaggi 'Centro Benessere' di via Melchiorre Gioia, gli agenti del commissariato Garibaldi-Venezia della Questura di Milano hanno effettuato la chiusura del locale e indagato in stato di libertà il proprietario dell'immobile, non presente sul posto, per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Lo fa sapere in una nota la Questura. In particolare, durante i mesi di aprile e giugno, dopo aver sentito alcuni clienti, gli investigatori del commissariato hanno svolto servizi di osservazione, sentito altri clienti e accertato che all'interno del centro massaggi, le due donne dipendenti, di nazionalità cinese, regolari in Italia, senza alcun titolo di attestazione di massaggiatrici terapeutiche e senza autorizzazione per l'esercizio di tale attività, garantivano agli avventori in cambio di somme di denaro un 'trattamento particolare' di natura sessuale. Il 9 aprile, i poliziotti hanno rintracciato all'interno del centro una cittadina cinese di 27 anni la quale è stata invitata, in assenza a suo dire del titolare all'estero per motivi familiari, a chiudere l'attività. Pertanto, il centro è rimasto inattivo sino alla fine del mese di maggio. Il 18 giugno, a seguito di notizia della ripresa attività, prosegue ancora la nota della Questura, gli agenti hanno predisposto un servizio mirato e trovato all'interno del centro due cittadine cinesi, di 43 e 29 anni, regolari sul territorio nazionale, le quali adescavano i clienti mediante annunci, con foto raffiguranti ragazze, a sfondo sessuale pubblicati su siti internet già dagli inizi di giugno per pubblicizzare la riapertura del centro.
Gli agenti del commissariato Garibaldi-Venezia hanno rinvenuto e sequestrato tremila euro in contanti nascosti all'interno di un trolley in una delle camere del centro e proceduto alla chiusura dell'immobile. Il proprietario dell'immobile è stato indagato in stato di libertà "sulla base della mancanza del contratto di locazione, del suo comportamento che, nonostante fosse stato informato dall'autorità di pubblica sicurezza dell'attività di meretricio esercitata nel centro ed invitato a provvedere al ripristino dell'ordine e della sicurezza pubblica dello stabile, con insolenza e mancanza di collaborazione e di rispetto nei confronti dei condomini, affidava nuovamente l'immobile a cittadine cinesi che esercitavano la prostituzione".