Milano – Roberto Cenati lascia la presidenza dell’Anpi provinciale di Milano. L’annuncio è giunto nel corso di una riunione delle sezioni locali dell’Associazione nazionale dei partigiani. La decisione arriva dopo 13 anni alla guida dell’Anpi milanese (la più numerosa d’Italia, con 110 sezioni e oltre 10mila iscritti). Cenati si è dimesso in disaccordo con l'utilizzo da parte dell'associazione della parola “genocidio” in relazione alla risposta militare di Israele nei confronti di Hamas nella Striscia di Gaza. 71 anni, milanese, iscritto all'Anpi dal 1997, ha definito le proprie dimissioni "irrevocabili”. "Non sono d'accordo sulla linea dell'Anpi nazionale che il 9 marzo farà una manifestazione nazionale con la Cgil in cui ha inserito anche l'espressione 'impedire il genocidio'. 'Genocidio' è diventato una parola virale, ma va trattato con grande cura" ha detto Cenati.
Il motivo delle dimissioni
"Il governo di estrema destra di Netanyahu, dopo l'ignobile attacco di Hamas, ha fatto un bagno di sangue uccidendo tantissime persone, fra cui bambini e donne - ha sottolineato - ma il termine 'genocidio’ va usato con 'delicatezza’ perché è lo sterminio programmato scientificamente di una popolazione”. Cenati, classe ‘52, era stato riconfermato per altri cinque anni alla guida dell’Anpi di Milano nel 2022. “Non discuto che la reazione di Israele sia esagerata ed eccessiva ed abbia provocato migliaia di morti - ha affermato - ma, ripeto, non è un genocidio. L'Anpi nazionale ha usato questo termine estrapolandolo dall'istruttoria portata avanti dal Tribunale internazionale dell'Aja. Ma appunto si tratta di una istruttoria e non si è ancora giunti a una sentenza”.
Le manifestazioni pro Palestina
A Milano si sono svolte una ventina di manifestazioni promosse dai Giovani Palestinesi contro Israele, l'Anpi milanese non ha aderito. "Non abbiamo mai partecipato a queste iniziative - ha ricordato Cenati - perché non condividiamo le loro posizioni, questo però non ha impedito che iscritti ad alcune sezioni vi abbiano in qualche caso preso parte”. Cenati ha sottolineato che sono “necessari un immediato cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi” e di essere favorevole alla storica proposta dei 'due popoli e due Stati’. “Ma Hamas - ha concluso - vuole la distruzione di Israele e l'eliminazione degli ebrei”.
Cenati: senatrice Segre ci è rimasta male
Cenati ha poi spiegato: “Ne ho parlato anche con la senatrice Liliana Segre. Ci è rimasta molto male". Nei 13 anni alla guida dell'Anpi milanese, Cenati si è visto spesso accanto alla senatrice a vita sopravvissuta all'Olocausto, ora dispiaciuta dal passo indietro, perché - racconta il presidente dimissionario - "in questi anni ho costruito un rapporto unitario con le istituzioni, la comunità ebraica, il presidio militare, il questore, il prefetto, con le associazioni della resistenza. Le manifestazioni del 25 Aprile che si sono svolte in questi 13 anni sono sempre state unitarie e inclusive. Vorrei che continuassero a essere così, ma non so se accadrà".
Nahum: solidarietà a Cenati, tira una brutta aria
A stretto giro sono arrivate le parole del consigliere comunale del Pd Daniele Nahum "Tira davvero una brutta aria dentro l’Anpi di Milano. Solidarietà a Roberto Cenati. Grazie per tutto il lavoro che hai fatto". Nahum ha poi aggiunto che: "una cosa farò di sicuro. Proporrò Roberto Cenati come prossimo Ambrogino d’Oro. Si merita questa onorificenza per tutto il lavoro che ha fatto per preservare la Memoria".
Fiano: dimissioni Cenati una grande perdita
Solidarietà a Cenati anche da parte di Emanuele Fiano, ex deputato Pd e fondatore di 'Sinistra per Israele’, che definisce le dimissioni “una grande perdita, in un momento di grande delicatezza politica”. “Roberto - scrive Fiano in una nota - ha rappresentato spesso il punto di equilibrio della comunità antifascista milanese tra diverse radici e posizioni, sempre teso all'unità di questo fronte, sempre sensibile ad ogni forma di rinascente antisemitismo. Roberto ha cercato di interpretare con dedizione e coerenza invidiabili i valori fondanti dell'antifascismo. A me spiace in particolare che le sue dimissioni avvengano per una difficoltà a condividere posizioni, sul dramma della guerra tra Israele e Hamas e sull'uso di determinate parole. Mi auguro che le sue dimissioni portino ad una riflessione e lo ringrazio per tutto il lavoro svolto in questi 13 anni”.
La replica dell’Anpi nazionale
Esprime invece “stupore” l’Anpi nazionale. Contattato dal’Ansa, il presidente Gianfranco Pagliarulo ha commentato che “le parole del presidente dell'Anpi di Milano mi lasciano stupito”.” Una delle parole d'ordine per la grande manifestazione del 9 marzo – ha detto – è 'impediamo il genocidio’, parole che utilizza il Tribunale penale internazionale. Dire 'impediamo’ poi significa che non c'è ancora un genocidio ma c'è pericolo che accada”. "L'Anpi - spiega Pagliarulo - fa parte di un'alleanza di associazioni che, dopo un ampio dibattito, ha costruito una serie di parole d'ordine per dar vita alla grande manifestazione nazionale del 9 marzo a Roma. Una di queste è 'impediamo il genocidio’, frutto di una lunga riflessione”.
Quindi la stoccata al presidente milanese: “Cenati mi pare che sia in estrema difficoltà con le sue sezioni. Ma questo è un problema di Milano su cui non metto becco, visto che siamo un'associazione democratica”.