ANNA GIORGI e NICOLA PALMA
Cronaca

Cavo d’acciaio, il 18enne Michele Di Rosa si costituisce. Caccia all’ultimo membro del trio: è un minorenne

Il ragazzo sapeva di essere stato identificato dai carabinieri. Abita a Cologno Monzese e lavora come aiuto cuoco

Carabinieri in viale Toscana. Nel tondo. Michele Di Rosa

Carabinieri in viale Toscana. Nel tondo. Michele Di Rosa

Milano - È caccia la terzo complice, Emanuele, minorenne. L’unico, per ora, che non è stato destinatario di alcun provvedimento fra i tre giovani che la notte fra giovedì e venerdì hanno teso un cavo d’acciaio ai due lati di viale Toscana, in zona Porta Romana, "per gioco, per noia", ha detto Alex Baiocco il 24enne subito identificato e ora in carcare a San Vittore.

Nella notte tra sabato e domenica il 18enne di Cologno Monzese, Michele Di Rosa, si è consegnato presentandosi spontaneamente alla questura di Monza, accompagnato dall’avvocato Gaetano Giamboi: "C’ero anche io quella notte", ha detto rendendo piena confessione. Lo ha fatto anche perché aveva capito che i carabinieri sapevano di lui, lo avevano identificato, sapeva di avere le ore contate perché non solo il suo nome era stato indicato da Alex Baiocco, ma era stato lui a noleggiare lo scooter elettrico in sharing, matricola 0247 della società Cooltra, lasciando così tutti i suoi dati. In sella allo scooter gli amici che si erano conosciuti sui social avevano trascorso una prima parte della serata, scorazzando in via Sigieri e poi sui i viali.

Il giovane Di Rosa risiede a Cologno, vive con la famiglia, ha appena iniziato a lavorare come aiuto cuoco. Tifoso del Napoli, frequenta la ‘curva B’, e sui social ha un cuore bianco e uno azzurro. I carabinieri sono arrivati ad identificarlo chiedendo all’azienda di noleggio degli scooter i dati della persona associata a quell’account e ai documenti (carta d’identità e patente di guida) che ha dovuto inserire al momen to dell’iscrizione al servizio. Di Rosa intanto aveva già parlato con la famiglia di quanto era successo e il padre lo ha convinto ad andare in questura e confessare.

Anche il terzo giovane è già stato identificato attraverso i social che i due, fra l’altro, avrebbero continuato a usare pure nei giorni successivi all’arresto di Baiocco, forse pensando che il trascorrere delle ore andasse a loro favore, o forse pensavano già di averla fatta franca. Non si esclude che nelle prossime ore si consegni anche Emanuele. Gli agenti della questura di Monza, di Fronte a DI Rosa, hanno contattato per competenza i carabinieri della compagnia Monforte che avevano condotto le prime indagini e alla fine degli accertamenti hanno sottoposto il 18enne a fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di "blocco stradale". La stessa ipotesi di reato in concorso per la quale il gip Domenico Santoro ha disposto il carcere convalidando il provvedimento nei confronti di Alex Baiocco. Il fermo nei confronti di Di Rosa dovrà ora essere convalidato dal giudice del tribunale di Monza.

Per i due in carcere è caduta l’accusa di strage perché richiede il dolo specifico ed è caduta anche l’accusa di ricettazione. Il cavo di acciaio, infatti, è stato rubato da un cantiere non lontano dai viali del quartiere di Porta Romana. Alex Baiocco si è attribuito la responsabilità del furto, quindi lui ed eventualmente gli altri risponderanno del reato che, però, è procedibile solo a querela di parte. Perché ne rispondano è quindi necessaria la denuncia da parte della impresa edile al quale è stato sottratto. Di Rosa sarà sentito dal gip già nelle prossime ore e fornirà il suo racconto di quel “gioco senza regole“ come lo ha definito Baiocchi.