Caso Genovese, la Procura dissequestra Terrazza Sentimento

L'attico di lusso è stato restituito all'imprenditore - che si trova in carcere - perché i pm hanno ritenuto sia 'caduto l'interesse probatorio'

Alberto Genovese

Alberto Genovese

Milano - La Procura di Milano ha disposto il dissequestro di 'Terrazza Sentimento', l'attico di lusso con vista sul Duomo di Milano in cui l'imprenditore Alberto Genovese, in carcere dallo scorso 7 novembre, è accusato di aver stordito con droghe e stuprato una 18enne. I pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini, titolari dell'inchiesta assieme all'aggiunto Letizia Mannella, hanno ritenuto sia 'caduto l'interesse probatorio' che all'indomani della violenza sessuale aveva portato a mettere i sigilli per fare i rilievi nell'appartamento di Mister Startup.

L'appartamento è quindi stato restituito a Genovese, il proprietario, che si trova in carcere a San Vittore. Circa un mese fa il gip Tommaso Perna ha respinto la richiesta di giudizio immediato per l'imprenditore avanzata dalla Procura per le imputazioni alla base di due ordinanze cautelari, ossia per le presunte violenze sessuali, con cessione di droga, di una 18enne lo scorso ottobre a Milano al termine di un festino in 'Terrazza sentimento' e di una 23enne lo scorso luglio a Ibiza. Con il processo in immediato si sarebbe saltata la fase dell'udienza preliminare. Così si va invece verso chiusura indagini e richiesta di rinvio a giudizio.

Intanto è atteso per luglio l'esito della perizia fonica chiesta e ottenuta dalla difesa sugli audio delle telecamere interne all'appartamento a cinque stelle, mentre il 15 giugno si terrà l'udienza davanti al Tribunale del Riesame per discutere il ricorso dei pm contro il rigetto, sempre del gip, dell'istanza di sequestro di 4,3 milioni per reati fiscali contestati al 43enne.

In questi giorni, infine, dovrebbe essere depositata anche la perizia per stabilire la compatibilità o meno col carcere di Genovese, dopo la richiesta dei difensori di accertare il suo stato di salute mentale legato alla tossicodipendenza e dopo che per più di una volta gli sono stati negati i domiciliari in una casa di cura. Non sarà facile, ma la difesa dell’ex bocconiano sta tentando tutte le carte per farlo uscire.

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