“Abusivi che dormono sul pianerottolo come vicini di casa”. La protesta alle case popolari di via Spaventa

Gli inquilini chiedono più sicurezza e l’Aler promette di intervenire già da settimana prossima

Uno dei giacigli di fortuna nel quale dimora uno degli occupanti di via Spaventa 1

Uno dei giacigli di fortuna nel quale dimora uno degli occupanti di via Spaventa 1

  Giambattista Anastasio e Sofia Rodigari La scena nella quale ci si imbatte appena saliti al terzo piano è di quelle che di solito si vedono negli edifici abbandonati, negli stabili in cui si sono infine accasati oblìo e degrado: materassi, coperte e bottiglie ricoprono i pianerettoli ai quali conducono le scale, le inferriate delle stesse sono rivestite da cartoni in modo da chiudere la vista a chi arrivi, come a creare ambienti separati. I corrimano, invece, sono stati convertiti in appendiabiti, i gradini utilizzati come scarpiera o come parcheggio per la bici. Segni evidenti di giacigli di fortuna. Evidenti, anzi evidentissimi: due occupanti sono nel sonno. Fa un certo effetto pensare che no, non si è al terzo piano di uno stabile dimenticato dagli uomini. Si è in uno stabile abitato. E pure da diversi anziani. Un caseggiato pubblico, popolare, gestito da Aler Milano. Si è al civico 1 di via Spaventa, per l’esattezza. Due mondi vicini, troppo vicini: da un lato i tre occupanti abusivi dei pianerottoli delle scale A, D e F del caseggiato, dall’altro gli inquilini, che in questi mesi hanno scritto più volte all’Aler per chiedere ed esigere «sicurezza». Mail che, assicurano gli stessi inquilini, sono quasi sempre cadute nel vuoto. Hanno chiesto e continuano a chiedere che gli occupanti abusivi siano allontanati dalle parti comuni e che gli ingressi al caseggiato siano chiusi una volta per tutte. Due problemi correlati: oggi chiunque può entrare in via Spaventa 1 quando vuole e all’ora che vuole. Il portone e il cancello che danno sulla strada, infatti, sono sempre aperti, serrature e lucchetti sono costantemente rotti. Altrettanto vale per le serrature dei portonicini interni: «Basta un calcio, gli occupanti li aprono così». «Questa – insorgono gli inquilini – non può essere terra di nessuno». Hanno paura. «Quando abbiamo provato ad affrontare gli occupanti, ci è stato risposto, con aria di sfida e senso di impunità, di andare a chiamare la polizia. Oppure è capitato che per tutta risposta svuotassero sulle scale condominiali bottiglie piene della loro urina». Un intervento settimana scorsa c’è stato, a dire il vero. Personale Aler ha allontanato questi occupanti. «Ma alla sera sono tornati, lo sgombero è durato meno di 24 ore – fanno sapere gli inquilini –. Essendo tutto aperto, sono potuti tornare ed entrare nuovamente». Un’altra richiesta che si leva forte da via Spaventa riguarda, più in generale, le condizioni igieniche del caseggiato: «Vogliamo un’impresa di pulizia che faccia davvero il proprio dovere. Vogliamo vivere nella sicurezza e nell’igiene. Chiediamo troppo?». Domanda girata ad Aler Milano, che ha fatto sapere a Il Giorno di aver più volte provveduto a chiudere gli ingressi al caseggiato, salvo trovarsi poi con lucchetti e serrature divelti. Ma soprattutto Aler ha fatto sapere di essere intenzionata ad intervenire in modo risolutorio settimana prossima.

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