LAURA LANA
Cronaca

Cascina Gatti, l’antico borgo rurale mangiato dai palazzi: il cemento avanza, in arrivo altri 6 edifici

Nella cerniera verde tra Sesto e Cologno il maggior numero di interventi edilizi, è il quartiere preferito degli immobiliaristi. L’associazione Sottocorno: intervenga la politica

Il quartiere prendeva il nome di “circoscrizione dei parchi”, la colata di cemento sta avanzando da circa vent’anni a questa parte

Il quartiere prendeva il nome di “circoscrizione dei parchi”, la colata di cemento sta avanzando da circa vent’anni a questa parte

Sesto San Giovanni (Milano) – In principio fu il piano Bergamella. Quarantaduemila metri quadrati di superficie lorda di pavimento, oltre 500 appartamenti, in una stecca affacciata su piazza della Chiesa. Vale a dire il cuore del borgo rurale di Cascina Gatti, all’anagrafe Cassina de’ Gatti. Anzi, a voler essere precisi, Sundro, antica località rurale, parte della Corte di Monza e del Ducato di Milano, Comune autonomo fino al 1869 con l’ultimo sindaco Gaetani Lovati, prima di essere aggregato definitivamente a Sesto San Giovanni.

Laboratorio dell’edilizia popolare spinta negli anni Settanta - con i palazzoni di via Livorno, il Marx 606, l’esperimento in vetroresina dell’ormai ex Casa di Plastica - tutto questo maxi quartiere prendeva il nome di “circoscrizione dei parchi”. Cerniera verde tra Sesto San Giovanni e Cologno Monzese, da vent’anni è diventata l’area che ha collezionato il maggior numero di interventi edilizi. Con un parco sovracomunale fortemente ridimensionato e una colata di cemento che, nei prossimi anni, non risparmierà le zone rimaste ancora indenni. Da borgo rurale a quartiere preferito degli immobiliaristi.

Tra il 2008 e il 2012 a dare il via alla nuova ondata edilizia fu il poi Bergamella con il complesso UniVillage. Un’operazione complicatissima, iniziata con l’esproprio di alcuni terreni. Un’operazione che finì anche sotto la lente di ingrandimento della Procura di Monza nell’ambito dell’inchiesta sul Sistema Sesto: secondo il consulente della Procura le volumetrie raddoppiarono, con un indice di edificabilità che salì da 0,1 a 0,18 rispetto al piano regolatore. L’eredità oggi è un complesso residenziale che ha ridimensionato quello che era il nascente Parco della Media Valle del Lambro e modificato nel Dna l’antico borgo: la chiesa in mattoni e le cascine a corte su un lato, la stecca di palazzoni e torri sull’altro. A nulla valse la mobilitazione del comitato cittadino di Cascina Gatti, dell’associazione Sottocorno e della Rete della Salute. Non fu accolta neanche la richiesta di salvaguardare almeno la prima fila, con l’affaccio sulla piazzetta, per spalmare dietro le volumetrie.

Vent’anni dopo quella battaglia ritorna. Perché dove c’è l’erba, in via Volontari del Sangue, stanno per nascere altre sei palazzine. “Era già tutto previsto - commenta l’associazione Sottocorno, presieduta da Massimiliano Corraini -. Quella è sempre stata un’area verde, ma in un determinato periodo è diventata edificabile: da campo agricolo, strappato nei secoli alle foreste che circondavano Milano, si è trasformato in campo verde e poi, essendo un’area privata, è diventata zona edificabile. La politica dovrebbe però essere chiamata a governare lo sviluppo della città e non il diritto che sembra acquisito di cementificare, speculando su tutta l’area. Non prevediamo nessuna miglioria per il quartiere, se non un ridimensionamento di un parco che è già di fatto un giardino, che si trasforma in giardino un po’ più attrezzato e che si salva solo ed esclusivamente grazie alla presenza di un elettrodotto, che la politica si era impegnata ad interrare, mentre per otto anni non ha fatto nulla”.

In realtà, in questo decennio molto si è fatto: hanno costruito le Acli, Cmb ha realizzato il Milano Parco Lombardo di Cmb, complesso residenziale da 4 a 9 piani, UniAbita ha inaugurato Quadrifoglio, 28 appartamenti distribuiti su 7 piani di edificio con intonaco “effetto cemento grigio/beige”, si è insediato un nuovo McDonald’s. Del resto, nel grande Monopoly che è Sesto, restava libero solo Parco della Vittoria, alias la Bergamella.

“All’epoca ci siamo opposti anche noi in consiglio comunale a UniVillage. Oggi non possiamo fare altro che realizzare gli ambiti di completamento che abbiamo ereditato: sono diritti acquisiti, non possiamo negarli senza trascinare il Comune in cause annose e onerose - replica l’assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda -. Su via Volontari del Sangue si sta ragionando su altre soluzioni per preservare il più possibile il parco. Però dobbiamo ricordare che alcune aree non erano a verde: erano rimaste incolte, ma sono sempre state edificabili”. Così, nel fu “Quartiere dei parchi” restano i tralicci di un elettrodotto, un termovalorizzatore trasformato in biopiattaforma, il traffico della tangenziale, l’inquinato fiume Lambro e colate di cemento attorno a un laghetto artificiale dove abitano le nutrie.