Milano, 13 febbraio 2023 – Si delineano con maggior precisione i contorni dell’aggressione andata in scena su un treno alla stazione di Porta Garibaldi. L’autore dell’attacco, un istruttore di Trenord, e la sua vittima, una capotreno dipendente della stessa azienda di trasporti, sarebbero stati reduci da una relazione.
Forse terminata con una rottura, a giudicare dalle parole e dalle condotte attribuite all’istruttore strangolatore nel provvedimento con cui è stato disposto nei suoi confronti il divieto di avvicinamento alla donna e il braccialetto elettronico
Gelosia cieca e violenta
"O stai con me o con nessuno". Era la frase che l'istruttore di Trenord rivolgeva abitualmente alla capotreno che il 6 febbraio ha cercato di strangolare a bordo di un convoglio alla stazione Garibaldi di Milano.
La frase è riportata nel provvedimento del gip che ha disposto la misura cautelare per l’istruttore. Nel documento sono riportati alcuni episodi precedenti, considerabili “campanelli d’allarme” per la futura esplosione di violenza. L'uomo, a quanto pare, si era anche presentato sotto casa della donna con cui aveva avuto una relazione, tanto che la vittima era dovuta andare a dormire altrove.
Salvata dai passeggeri
Sono stati alcuni passeggeri a soccorrere la capotreno in balia del tutor e la donna ha raccontato agli investigatori: "Credo di essere viva solo grazie a loro". L'uomo, quando sono intervenuti gli agenti, ha esclamato: "Arrestatemi, sono stato io, volevo ucciderla".
La capotreno ha avuto ferite giudicate guaribili in venti giorni e il tutor deve rispondere di atti persecutori e lesioni volontarie aggravate. L'uomo soffre di problemi psicologici accertati e per i quali è in cura.