
"Siamo convinti che il reale problema non sia accendere o no le luminarie di Natale, ma la tenuta dell’intera Lombardia". Il segretario generale della Uil Milano e Lombardia, Enrico Vizza, ha scritto una lettera al presidente della Regione Attilio Fontana e al presidente dell’associazione dei Comuni Anci Lombardia Mauro Guerra chiedendo la convocazione di un tavolo "sull’emergenza drammatica del caro bollette" e misure straordinarie. "Ci sono persone e imprese che si vedono strozzate ogni giorno dall’aumento dei prezzi dei beni di consumo, delle bollette, dei mutui e dei finanziamenti – scrive –. E il tutto a stipendio invariato, anzi con aumenti contrattuali, per chi li ha ottenuti nel 2022, già assorbiti dall’inflazione". Vizza chiede anche a livello locale un "piano urgente e concreto a sostegno dei cittadini", istituendo "un fondo comune regionale attraverso i dividendi delle multiutility, che possa coinvolgere tutti quei piccoli comuni lombardi che spesso non hanno partecipazioni". Un appello che arriva in una situazione di incertezza per l’economia lombarda. Il dato positivo è la diminuzione complessiva della cassa integrazione in Lombardia che scende del 17%. A Milano, però, la Cig ha registrato ad agosto un incremento del 13.3% dopo il crollo di giugno.
Un segnale d’allarme che, secondo i sindacati, non va sottovalutato. Il numero di lavoratori mediamente in cassa integrazione nei primi 8 mesi del 2022, sono stati nella Città metropolitana di Milano 15.598 (100.554 in meno rispetto allo stesso periodo 2021), in tutta la Lombardia 41.044 (200.378 in meno rispetto allo stesso periodo 2021) ai quali vanno aggiunti quelli coperti dai fondi di solidarietà - 12.616 mediamente nei primi 8 mesi - e quelli del Fondo di solidarietà della bilateralità dell’artigianato. "Un elemento che continua a destare preoccupazione sono le conseguenze derivanti dall’incremento del costo dell’energia – spiega Salvatore Monteduro (Uil) – abbiamo registrato già a settembre una richiesta da parte delle aziende di cassa integrazione ordinaria". Cassa integrazione che potrebbe tradursi in una perdita di posti di lavoro nei prossimi mesi, spegnendo quella ripresa fotografata dagli ultimi dati di Unioncamere, che hanno visto tornare il numero degli occupati ai livelli pre-Covid.
A.G.